Aveva avuto un’intuizione giusta Luca Zingaretti: sua moglie Luisa Ranieri poteva essere l’interprete giusta per Lolita Lobosco, la protagonista dei romanzi di Gabriella Genisi. Oggi, alla viglia della messa in onda della terza stagione della serie sul vicequestore di Bari, la più iconica delle investigatrici della tv, lei grata dice: "Mio marito mi ha fatto un grande regalo, perché Lolita è un personaggio nelle mie corde, che amo, con la sua ruvidezza e le sue fragilità, ironica e anche un po’ malinconica, come me". Lo ama lei e lo ha sempre molto amato anche il pubblico. "Occupa il primo posto tra le serie italiane, e non solo Rai, più viste. È la serie top", sottolinea la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati. Ora Le indagini di Lolita Lobosco tornano con quattro prime serate su Raiuno, a partire da lunedì. Accanto a Luisa Ranieri, Lunetta Savino, Maurizio Donadoni, Bianca Nappi, Giulia Fiume e la ‘new entry’ Daniele Pecci. Firma la regia Renato De Maria, che subentra a Luca Miniero. Ma in questo momento magico della sua carriera, per Luisa Ranieri c’è anche il cinema, quello d’autore di Paolo Sorrentino e anche quello di Johnny Depp.
Luisa, impegnativo tornare da numero uno?
"Mi fa un effetto strano, mi tremano le gambe perché le aspettative salgono. Un conto è quando si parte da zero, un conto è riuscire ad essere all’altezza delle attese".
Cosa rende Lolita Lobosco la più amata dal pubblico?
"Molte donne si sono rispecchiate in lei nel non essere perfette, nel non essere come tradizionalmente ci si aspetterebbe che fossero, anche nel desiderio di non essere madre. È una donna ruvida ma allo stesso tempo accogliente, molto ferma nelle sue radici però proiettata nel futuro, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Una donna per cui è centrale il lavoro, e che, con quel padre bugiardo che ha avuto, non si fida degli uomini, mentre sente che le donne, loro sì, la possono capire".
Cosa condivide con Lolita?
"La passione per le scarpe e una certa malinconia, un aspetto questo del suo carattere che mi piace molto. È una donna apparentemente forte, sicura di sé sul lavoro, brillante. Porta il suo tacco 12 con grande fierezza come per dire, non devo essere diversa da quello che sono per essere autorevole, ma ha anche delle fragilità. Provo molta tenerezza per questo personaggio in cui vedo tante mie amiche, tante donne che ho conosciuto, e a volte mi ci vedo anche io".
Un personaggio che le ha dato grande popolarità.
"Sulla carta non era un personaggio facile ma abbiamo trovato una chiave per arrivare a tutti e veicolare l’immagine di una donna moderna. Per me è stata una sfida e una prova importante. L’ho incontrata a 47 anni, ora ne ho 50, e non posso che dire: grazie Lolita".
Per lei c’è anche il cinema, con Paolo Sorrentino che l’ha diretta in È stata la mano di Dio e nel nuovo film che forse si intitolerà Partenope.
"È una cosa più unica che rara e quindi ringrazio ogni giorno la vita per questo grande regalo. Per un’attrice poter spaziare da un personaggio pop a un altro come quello di zia Patrizia in È stata la mano di Dio, è stata una grande fortuna. Tra fiction e cinema le differenze sono tante, ma poi alla fine l’impegno e la qualità del lavoro, il tempo che dedico, è lo stesso".
L’ha voluta anche Johnny Depp per Modì, il film su Modigliani con Riccardo Scamarcio. Lei quale personaggio interpreta?
"Interpreto l’amica storica di Modigliani. Italiana come lui, è l’ostessa del bistrot dove lui si rifugia per mangiare, quando non ha soldi, quando ha bisogno di un consiglio o di un volto amico".