
Ludivine Sagnier, 45 anni. A sinistra, Hélène Vincent e Josiane Balasko
Non proprio una nonnina da fiaba, l’ottantenne Michelle (Hélène Vincent). E nemmeno la sua amica di sempre Marie-Claude (Josiane Balasko), con cui trascorre le sue giornate in un paese della Borgogna. Condividono un passato da prostitute e un complicato rapporto con i rispettivi figli: Michelle con la figlia Valerie (Ludivine Sagnier) e Marie-Claude con il figlio Vincent (Pierre Lottin), appena uscito di prigione. Il racconto vira quasi verso il thriller quando Valerie finisce in ospedale per i funghi raccolti e cucinati dalla madre e quando muore, cadendo da un ottavo piano.
Una commedia con pennellate di giallo e velata di malinconia, Sotto le foglie, titolo originale Quand vient l’automne, il nuovo film di François Ozon, dal 10 aprile nei cinema. A presentarlo, nell’ambito di “Rendez-vous“, rassegna del nuovo cinema francese, è arrivata a Roma Ludivine Sagnier, 45 anni, già diretta da Ozon in Gocce d’acqua su pietre roventi, in 8 donne e un mistero e, nel 2003, in Swimming Pool.
Sagnier, dopo oltre vent’anni di nuovo in un film di Ozon. "Quando ho fatto il primo film con lui avevo 19 anni. Ne abbiamo fatti tre insieme a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, vivendo esperienze molto forti. Tutti e tre avevano avuto un grande successo e li avevamo accompagnati in giro per il mondo. A quel punto eravamo come un po’ svuotati e era tempo che ognuno di noi due andasse un po’ per la propria strada".
Il suo personaggio, Valerie, risulta anche un po’ sgradevole, con un atteggiamento molto ostile nei confronti della madre. "Proprio per questo suo atteggiamento Valerie è un personaggio che non suscita una empatia immediata ma nel corso del film scopriamo la sua fragilità e capiamo da dove nasce. È una donna che sicuramente non ha avuto un’infanzia facile. A causa di quella madre ex prostituta, negli anni della scuola avrà di certo subito molte derisioni, se non addirittura molestie. Ciascuno di noi ha cose da perdonare ai propri genitori e ognuno ci riesce in misura diversa, più o meno bene".
Un film, Sotto le foglie, che ha per protagoniste due donne anziane. Fatto eccezionale o sta cambiando qualcosa? "Credo che qualcosa sia cambiato, che si voglia raccontare al cinema la donna in tutte le fasi della vita, anche se più spesso alle attrici anziane vengono ancora riservati ruoli stereotipati di nonne gentili che preparano torte. Ma per Ozon, che ha sempre amato le donne e le ha messe al centro delle sue storie, scegliere come protagoniste una ottantenne e una settantenne è una sorta di atto militante, femminista. È molto bello che ci sia come protagonista Hélène Vincent con il suo volto di ottantenne che lascia trasparire tutte le esperienze vissute".
Ha interpretato la moglie di una guardia svizzera nelle serie The Young Pope e poi in The New Pope. Com’è stato lavorare con Paolo Sorrentino? "Per le riprese della prima stagione abbiamo trascorso molto tempo a Roma, a Villa Medici e a Cinecittà, e ricordo l’incanto che provavo nel guardare il modo di lavorare di Paolo. È straordinario il suo modo di creare la composizione di una scena, come se stesse dipingendo un quadro, con un atteggiamento da pittore. La seconda stagione, poi, è stata sempre interessante ma più dolorosa per me, per il mio personaggio. Abbiamo girato a Venezia, d’inverno e faceva freddo ma è stato in quella occasione che ho imparato un po’ di italiano. E se dovesse accadere di lavorare di nuovo con lui, reciterei in italiano".