Domenica 29 Settembre 2024
LEONILDO TURRINI
Magazine

Certe notti hai 60 anni: tanti auguri Ligabue

Il rocker li compie venerdì 13. Mentre è già sold out il gran ritorno a Campovolo in settembre per festeggiare il trentennale della carriera

Luciano compirà sessant'anni venerdì 13 marzo (Ansa)

Luciano compirà sessant'anni venerdì 13 marzo (Ansa)

Roma, 9 marzo 2020 - Fa un po' effetto apprendere che Luciano Ligabue sta per compiere sessant’anni. Te lo immagini sempre sperso e sudato fra sogni di rock and roll, tra Lambrusco e pop corn, durante certe notti che tu non vuoi smettere, smettere mai. E invece è proprio così, venerdì 13 il Liga taglia l’augusto traguardo e alla sua età già Frank Sinatra trascinava la sua mummia da un palcoscenico all’altro, simulando un addio alla carriera che poi, ovviamente, non arrivava mai.

Per Luciano, però, il contesto è diverso. L’America lui non ce l’aveva in casa. È andato a cercarsela di angolo in angolo, di quartiere in quartiere, di bettola in bettola. Talvolta, lo ammetto da fan, ha recitato da copia di se stesso, si è clonato da solo. Ma non è un male, la fedeltà alle radici. In breve e a beneficio di chi lo apprezza: un bicchiere di lambrusco è sempre un bicchiere di lambrusco, anche se ti parlano di vitigni raffinati, di coltivazione biologica e bla bla.

Ho conosciuto il Liga, a sua insaputa!, sul finire degli anni Ottanta. A Sassuolo ero vicino di casa di Pier Angelo Bertoli, il cantautore di Eppure soffia. Luciano veniva a trovarlo per chiedere consigli e proporre i pezzi: i primi a sua firma trovarono ospitalità in un album di Angelone. Una volta eravamo in macchina e Bertoli disse: ascolta questa cassetta, questo ragazzo reggiano è un fuoriclasse! Aveva dannatamente ragione e il Liga sempre gli è stato riconoscente, di sicuro rimpiangendo di non aver ricordato Angelo durante una puntata del Maurizio Costanzo Show a lui, artista emergente, felicemente dedicata. Ma son cose che capitano, nella vita. E figuriamoci nella vita di una star.

Ligabue, star, lo è con merito pieno. Ha messo in musica emozioni spicciole, sottraendole ai bar tipo Radiofreccia, suo debutto da cineasta, provvedendo a trasformarle in pulsioni di vita condivise e condivisibili. Cosa chiediamo a un artista, se non di renderci partecipi di una sensibilità comune? E questo Luciano ha fatto e continua a fare: canta intuendo ciò che tanti di noi si portano dentro e dietro, infischiandosene garbatamente dei luoghi comuni.

L'ho sentito gridare "è venerdì, non mi rompete i coglioni" e non l’ho trovato volgare, per uno che ha rischiato di fare il ragioniere quell’urlo era come una affermazione di indipendenza. Tradotto: non siamo numeri, non ci ridurrete a semplici tasselli di un mosaico disegnato altrove. Ligabue è cresciuto artisticamente leggendo le righe di Tondelli e da qualche parte oltre oceano, fra Elvis Presley e Bruce Springsteen, ha forse un nonno ed uno zio. Ma questi sono omaggi alla retorica ed è meglio ringraziarlo per aver scritto, a proposito di Certe notti, che è bello farlo fin quando fa male, fin quando ce n‘è. Il resto, ai posteri.