Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

La luce UV che uccide i virus al chiuso e non fa male alla salute

Le lampade Far-UVC uccidono il 98% dei microbi presenti nell'aria, evitando però che le radiazioni penetrino in profondità nella pelle umana

Luce UV contro la diffusione di virus e batteri nell'aria

Uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Scientific Reports descrive un particolare tipo di luce ultravioletta, chiamato Far-UVC, che è in grado di eliminare quasi tutti i microbi presenti nell'aria in un ambiente chiuso, senza rischi per la salute umana. Secondo gli scienziati, la tecnologia può essere installata all'interno di un locale al pari di una lampadina, fornendo una soluzione a basso costo per contrastare la diffusione di agenti patogeni, incluso il virus responsabile del Covid-19.

L'abc della luce UV

I raggi ultravioletti si dividono in UVA, UVB o UVC a seconda della loro lunghezza d'onda e della conseguente capacità della radiazione di penetrare più in profondità nella pelle delle persone. Le proprietà germicida della luce UVC (onde corte, da 100 a 280 nm) sono note da decenni, ma si scontrano con l'elevato rischio di causare scottature, tumori alla pelle o danni severi agli occhi. Per questa ragione il suo impiego è sostanzialmente limitato alla sterilizzazione delle attrezzature mediche.

Più corte, più sicure

La luce Far-UVC è stata sviluppata qualche anno fa nei laboratori della Columbia University, con l'obiettivo di uccidere soprattutto i virus influenzali. Rispetto ai comuni raggi UVC ha una lunghezza d'onda leggermente inferiore, cosa che mantiene intatta la capacità di distruggere i microrganismi, ma al tempo stesso impedisce alla radiazione di superare lo strato più esterno dell'epidermide, costituito da cellule morte (il cosiddetto strato corneo). Benché funzioni bene anche con il coronavirus Sars-Cov-2, la sua efficacia non era finora stata testata in condizioni reali, ma solo in vitro o su piccola scala.

Microbi quasi a zero

Il recente esperimento è stato condotto in una simil-stanza d'ospedale di 12 metri quadrati, munita di quattro lampade Far-UVC. Al suo interno veniva costantemente pompato un flusso di batteri Staphylococcus aureus tramite aerosol, controllando il livello di ventilazione in modo da simulare circa tre ricambi d'aria all'ora. L'equipe riporta che nel giro di pochi minuti la radiazione ultravioletta ha ridotto del 98,4% la carica microbica, un risultato equivalente a 184 ricambi d'aria all'ora. "In modo rapido Far-UVC riduce quasi a zero la quantità di patogeni attivi nell'aria, rendendo l'ambiente interno essenzialmente sicuro come quello esterno", ha spiegato il biofisico della Columbia University David Brenner.

Un'arma per prevenire le pandemie

Nonostante le premesse incoraggianti, gli autori hanno sottolineato che serviranno ulteriori approfondimenti per comprendere ad esempio quale sia la soglia di sicurezza della luce Far-UVC, in quanto un'esposizione esagerata potrebbe comunque comportare dei possibili rischi per gli esseri umani. Una volta individuato il giusto equilibrio, si potrà davvero pensare allo sbarco nel mondo reale. "L'uso di questa tecnologia nei luoghi chiusi in cui le persone si riuniscono potrebbe scongiurare la prossima potenziale pandemia ", ha concluso Brenner; "La luce Far-UVC è semplice da installare, poco costosa, e non necessita che le persone modifichino le loro abitudini... Può essere un modo sicuro per prevenire la trasmissione di qualsiasi virus, tra cui il coronavirus e le sue varianti, così come l'influenza e qualsiasi altro virus pandemico futuro".