Sabato 27 Luglio 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Mostra del Cinema di Venezia. Lo spettro di Pinochet, vampiro immortale

Pablo Larraín immagina il generale a 250 anni e assediato dai figli per l’eredità. Una satira a mezzo secolo dal colpo di Stato in Cile

Venezia, 1 settembre 2023 - Il regista cileno Pablo Larraín torna a Venezia in concorso, dopo Spencer nel 2021, con la satira dark El Conde, il Conte, in cui il dittatore cileno Augusto Pinochet, simbolo globale del fascismo, appare come un vampiro di 250 anni. Lui sarebbe anche pronto a morire, ma ha una sola paura: accetta pure che lo chiamino assassino, ma non sopporta che gli dicano ladro. La moglie (Gloria Münchmeyer), poi, ha intrecciato una relazione con il suo losco maggiordomo (Alfredo Castro) anche lui vampiro. Figli e figlie, infine, aspettano solo la sua eredità e sono così più vampiri dei vampiri. Il film, girato in bianco e nero dal maestro della fotografia Ed Lachman, a lungo collaboratore di Wim Wenders, vede l’ottantasettenne leggenda del cinema cileno Jaime Vadell nel ruolo di Pinochet.

Il vero Pinochet morì a 91 anni nel 2006, ricco e impunito. Durante il suo regime, che iniziò con un sanguinoso colpo di stato militare nel 1973 – quello nel quale venne ucciso il presidente Salvador Allende – e durò fino al 1990, più di tremila persone sono morte, o sono “desaparecidos“, come nella vicina Argentina. Una lunga storia di violenze, in un paese che aveva vissuto, prima, una lunga storia democratica. Larraín aveva già affrontato l’argomento del regime cileno, e del suo dittatore Pinochet, in film come Tony Manero e Post mortem, così come nel film No – I giorni dell’arcobaleno, sul referendum che portò alla destituzione del dittatore, e sulla campagna di comunicazione che ebbe un ruolo determinante.

El Conde, prodotto da Netflix, avrà un’uscita limitata nelle sale degli Stati Uniti e sudamericane, per approdare sulla piattaforma, in tutto il mondo, il 15 settembre.

Per la prima volta, Larraín mette Pinochet al centro dello schermo, sia pure in forma di vampiro. "Volevo andare dritto da lui, e fargli un primo piano", dice il regista, che ha già pronto il prossimo progetto – un biopic su Maria Callas, che vedrà Angelina Jolie nel ruolo della leggenda della lirica."Era necessario trovare un modo per farlo: ed ecco che mi sono venuti in soccorso la satira e l’idea del vampiro, per raffigurare un mostro i cui sottoposti hanno ucciso migliaia di dissidenti, che ha terrorizzato decine di migliaia di persone, e ha letteralmente succhiato via la speranza da un paese intero". "Quando ho pensato al modo di raccontare questo male assoluto – dice il regista – l’idea del vampiro e della vita eterna venne fuori spontaneamente, pensando alla sua impunità: Pinochet, quando è morto, non era stato condannato. Noi non lo abbiamo mai mandato a processo. È morto milionario e libero, e questa sua impunità è una ferita per tutto il mio paese".

Conclude il regista: "Mi è venuto in mente il film di Santiago Mitre, Argentina 1985, un film sulla giustizia. Su come un paese intero sia riuscito a progredire, a voltare pagina, perché c’è stata una condanna collettiva della dittatura che hanno vissuto, e c’è stato consenso sul fatto che non debba accadere mai più".