Mercoledì 8 Gennaio 2025
STEFANO
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L’Italia dell’Omino coi baffi e del Merendero

Cent’anni fa nasceva Paul Campani, geniale disegnatore di personaggi resi famosi da Carosello. Arrivò ad avere cento collaboratori

L’Italia dell’Omino coi baffi e del Merendero

di Stefano

Marchetti

In principio fu Angelino, l’angioletto ‘di seconda classe’ che scendeva dal cielo e finiva sempre per sporcarsi la veste immacolata, così doveva ricorrere al miracoloso detersivo Supertrim. Nello stesso anno, il 1958, arrivò anche l’Omino coi baffi, con la bocca a forma di lettere dell’alfabeto (doppiato da Raffaele Pisu), che sapeva rispondere a tante domande, e soprattutto a una: come fare un ottimo caffè? "Sì sì sì, sembra facile..." se non hai la Moka Bialetti. Poi vennero Toto e Tata con le voci di Elio Pandolfi e Isa Di Marzio, la deliziosa Svanitella (che tanto somigliava a Gisella Sofio che la faceva parlare) e Riccardone Superfusto che reclamizzava l’insetticida con la voce di Franco Latini, o il Merendero ("Mighel son sempre mi").

Era l’epoca d’oro di Carosello e tutti questi personaggi, amatissimi dai bambini (e non solo), nascevano da uno stesso genio creativo, quello di Paul Campani, modenese, che in questo 2023 avrebbe compiuto cento anni. "Fu veramente un pioniere e un maestro dell’animazione italiana, e divenne il re dei Caroselli – osserva Stefano Bulgarelli del Museo Civico di Modena, dove si sta progettando uno spazio dedicato proprio ai fumetti e agli animatori emiliani –. I personaggi che Campani seppe ideare avevano carattere, una personalità definita, e certamente potevano competere con la grandezza disneyana".

Per Paolo Campani, detto Paul, il fumetto rappresentò una ‘palestra’ fondamentale: Flash Gordon, l’Avventuroso, Topolino portavano in casa una ventata di novità e di fantasia. Aveva appena 16 anni quando gli Albi dell’Intrepido pubblicarono una sua prima storia. Dal 1947, poi, Paul venne scritturato per realizzare una serie di tavole a fumetti apparse con successo in Argentina.

Nel frattempo, il cinema stava prendendo piede e Paul (affiancato dallo straordinario sceneggiatore Max Massimino Garnier) iniziò a realizzare alcuni spot per il grande schermo. Del resto, negli anni ‘50 in Italia la pubblicità era l’unica fonte sicura di compensazione economica per chi faceva cartoni animati. Ma era una strada aperta, anzi spalancata: "Ci si poteva mettere in gioco, anche in modo coraggioso – aggiunge Bulgarelli –. Per uno spot del 1954 in cui un materasso si atteggiava alla maniera del Duce, Campani ebbe perfino un confronto con la censura".

La nascita di Carosello in tv, nel 1957, lo portò nell’olimpo. Già due anni prima aveva aperto uno stabilimento con teatri di posa alla prima periferia di Modena, e all’apice del successo vi lavorarono quasi cento collaboratori. Fra il 1958 e il 1965, la Paul Film produsse 635 Caroselli con oltre 44.200 disegni e quasi 35mila metri di pellicola, oltre a sigle tv e intermezzi. Con Campani collaborò perfino Giovannino Guareschi che sceneggiò episodi del Mondo piccolissimo di Toto e Tata, e ideò Gigino Pestifero. "Paul fu il primo a rendersi conto che, usando il disegno animato per la pubblicità tv, la forza di penetrazione del piccolo schermo avrebbe finito per ricondurre il pubblico al grande schermo, al lungometraggio", scrisse Garnier.

"A 16 anni ero già appassionato di disegno e andai anch’io a fare una prova per uno stage alla Paul Film. Era come un luogo mitico – ricorda il celebre fumettista Claudio Onesti, in arte Clod, che in seguito (insieme a Silver) è diventato il principale collaboratore di Bonvi –. L’animazione di Campani era vivace, i personaggi erano plastici, a tutto tondo, scenografie e fondali erano curatissimi. Un prodotto eccellente".

La Paul Film continuò a crescere ancora: nei suoi studi modenesi passò perfino Louis Armstrong per uno spot. Ma quando poi la Rai disse addio a Carosello, il 1° gennaio 1977, l’attività si ridusse drasticamente e lo stabilimento finì per chiudere. Paul continuò a dipingere, fino alla sua scomparsa, nel 1991. Di quella piccola Hollywood modenese resta soltanto una palazzina, su cui è stato realizzato un murale dedicato al grande cartoonist. Con i personaggi di quella tv in bianco e nero che ci fa ancora sognare a colori.