Sabato 27 Luglio 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Lino Guanciale: "La mia passione?. Leggere e scrivere"

Fra cinema e serie tv, l’attore a Giffoni si racconta. La nuova stagione del Commissario Ricciardi.

Lino Guanciale, 45 anni, a Giffoni. L’attore è nelle sale col film 'L’invenzione di noi due'

Lino Guanciale, 45 anni, a Giffoni. L’attore è nelle sale col film 'L’invenzione di noi due'

Giffoni (Salerno), 27 luglio 2024 – "La nuova stagione del Commissario Ricciardi arriverà nella seconda parte della stagione 2024/2025. Sarà la stagione più completa, quella della svolta. Quella in cui l’evoluzione di Ricciardi si compie, con un suo avvicinamento importante alle persone, nonostante il suo pessimo carattere". Lino Guanciale, ospite del Giffoni film festival, parla dei suoi progetti. Fra questi, la nuova stagione de Il commissario Ricciardi, una delle serie più amate dal pubblico.

Avete finito di girare la nuova stagione?

"Sì, abbiamo finito a maggio. Adesso tutto è in postproduzione. Sarà la stagione dagli esiti più dolorosi, ma anche con degli squarci di felicità. Non posso dire di più, ma ci saranno una confessione importante e un matrimonio".

Il suo commissario di polizia, nella Napoli degli anni Trenta, in pieno fascismo, impone anche una riflessione sulla storia e sulla società dell’epoca.

"È inevitabile una lettura politica della sua vicenda. Il termometro politico influenza le vite di tutti, scrive la storia di ognuno. Sia che si aderisca al regime, che si sia indifferenti, che lo si combatta. Se vuoi fare del bene, o anche semplicemente se vuoi fare una cosa fino in fondo, a un certo punto devi metterti contro. E questo è uno degli elementi più interessanti della nuova stagione".

In questi giorni, lei è al cinema con L’invenzione di noi due, dal romanzo di Matteo Bussola. Come descriverebbe il film?

"È un film girato in maniera antiromantica, con un’estetica anticonvenzionale, che ho amato molto".

Ha anche un personaggio che porta a teatro, un personaggio sorprendente…

"Sì, in Ho paura torero interpreto la ‘Fata dell’angolo’, un transgender in cerca dell’amore. È uno spettacolo tratto dal romanzo di Pedro Lembedel, scrittore cileno e attivista, un’icona della letteratura queer del Sud del mondo, che in piena dittatura di Pinochet fondò una compagnia teatrale per parlare di diritti e di libertà sessuale".

Ha anche debuttato come scrittore…

"La scrittura è la mia grande passione. E la lettura, prima. Quando inizio un lavoro, prima di leggere una sceneggiatura, leggo almeno una ventina di libri sull’argomento, per entrare in atmosfera. Ho realizzato molti audiolibri, soprattutto – quando potevo – leggendo autori che amo: da Gramsci a Pasolini, da Primo Levi a Conrad".

Perché tanti audiolibri?

"Mi sento un veicolo per traghettare verso i libri le nuove generazioni. Adesso stiamo passando da un’epoca dell’occhio a un’ epoca dell’orecchio. E quando c’è un cambiamento antropologico, mi piace pensare di farne parte, in qualche misura".

Lei non ha mai nascosto il suo impegno politico. Che cosa direbbe ai ragazzi di Giffoni, in questo senso?

"Direi loro che non c’è niente di peggio al mondo dell’indifferenza. Dico loro andate a votare: non potete lasciare il vostro futuro nelle mani degli altri. Dovete decidere del vostro futuro, e l’indifferenza non è possibile".

Ha girato anche la serie Il conte di Montecristo con un cast internazionale e un regista che ha vinto un Oscar e due Palme d’oro…

"Sì, Bille August: una persona che, a dispetto dei premi che ha vinto, e del fatto che è un uomo del profondo Nord – viene dalla Danimarca – è una persona di una semplicità, di una simpatia eccezionali. La serie andrà in onda su Raiuno questo inverno".