Lunedì 9 Settembre 2024
MARCO BEGHELLI
Magazine

L’inno di Muti: "Salviamo la cultura dal virus"

Il Maestro chiama il governo. "La salute è la prima preoccupazione ma i teatri chiusi sono un danno morale per tutta la società". Stasera sul podio al palasport di Bologna

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Il Maestro Riccardo Muti è a Ravenna, per le prove. E il discorso entra subito nel vivo. "Le precauzioni sanitarie innanzi tutto, e senza superficialità; ma la cultura deve essere salvaguardata, perché oltre al danno alle istituzioni e ai loro lavoratori sarebbe un danno morale per la società tutta. Da Ravenna abbiamo dato l’esempio al Paese, aprendo il Festival già a giugno: perfino i giornali tedeschi ce ne hanno dato atto, e ne siamo orgogliosi".

Ma non è possibile ovunque.

"Negli Stati Uniti la situazione è grave. Il Metropolitan di New York ha annunciato che forse riaprirà in settembre: un anno e mezzo senza spettacoli e con i lavoratori lasciati a casa. A Chicago i concerti sinfonici sono sospesi fino a dicembre: con i singoli orchestrali ho formulato una stagione da camera a sala vuota, in streaming; ma tutti continuano a ricevere lo stipendio, pur con una riduzione imposta dall’assenza degli incassi. A Salisburgo ho diretto in agosto la Nona di Beethoven per i 100 anni del Festival: i Wiener Philharmoniker suonano ravvicinati però si sottopongono a tampone ogni tre giorni. Il problema è che dobbiamo fare per la prima volta i conti con un virus intelligente, che riesce a colpire non solo la salute, ma anche l’economia e la cultura".

In questa difficoltà generale, avere un’orchestra personale è una grande opportunità.

"Mi dedico dal 2004 all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini: è come se fossero miei figli. C’è un’empatia speciale: mi dicono che sono diventato addirittura... buono! Resto inflessibile di fronte alla sciatteria e all’apatia, perché considero la nostra una missione, prima ancora che una professione".

Questa Orchestra è sempre più coinvolta insieme a lei in situazioni istituzionali. Si sente investito di una responsabilità particolare come rappresentante dell’Italia musicale?

"Sento la responsabilità di una persona rimasta profondamente italiana, al di là di una carriera internazionale, e ho sempre parlato ad alta voce con gli uomini di governo, indipendentemente dalla loro collocazione politica, in nome della cultura e della musica. Raramente mi ascoltano. Ma ora ho fiducia nel ministro Franceschini, perché crede davvero nella cultura. Il problema è che non è sufficiente il ministro della cultura: quel che serve è il governo della cultura, che agisca sui vari fronti. Ma finché abbiamo regioni sguarnite di orchestre e teatri chiusi, continuiamo a fare il nostro male".

Nel progetto congiunto di questi giorni, il Ravenna Festival ha ospitato gli studenti universitari per le prove, il Bologna Festival organizza stasera il concerto al PalaDozza per 1300 spettatori e domani il Teatro Comunale di Ferrara replica nella sala settecentesca per sole 350 persone distanziatissime.

"In questo momento l’importante è sopravvivere. Dovunque va bene: ogni soluzione può avere i suoi vantaggi. Il mio primo concerto a Chicago fu nel Millennium Park davanti a 30.000 persone con bevande e vivande al seguito".

La prima parte del programma sembra un omaggio a Bologna: Martucci, Bossi e Busoni furono direttori del Liceo musicale cittadino, fra Otto e Novecento, e cercarono di portare in Italia la grande cultura sinfonica europea.

"Come direttore d’orchestra, Gustav Mahler era attentissimo ai compositori italiani suoi contemporanei, dirigendo fra l’altro la Berceuse di Busoni che proponiamo in concerto. Martucci fu un sinfonista completo: Toscanini lo teneva fra i grandi, e proprio a un concerto con musiche di Martucci è legata l’aggressione fascista tristemente famosa, che lo colpì a Bologna nel 1931".

Anche la memoria di Toscanini aleggia su questo concerto. Esattamente 100 anni fa dirigeva a Ferrara nello stesso Teatro Comunale che la ospiterà domani.

"Per me sarà invece la prima volta a Ferrara, e sono lusingato che ricordino oggi quell’evento accostandolo al mio concerto".