Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

I fiori producono più nettare quando sentono api vicine

Ricercatori dell'Università di Tel Aviv hanno scoperto che i petali funzionano da organi di senso della pianta

I petali dei fiori percepiscono il battito d'ali delle api

Quando si dice: il linguaggio dei fiori. Ora si scopre che i petali dei fiori, oltre ad attirare visivamente con le forme, profumi e colori, funzionano anche da organi di senso della pianta. Al punto da trasmettere segnali che mettono in produzione un nettare più dolce e abbondante quando sentono il ronzio delle api avvicinarsi. Non serve avere un timpano per sentire i rumori circostanti: se sei un fiore bastano i petali, che identificano il suono emesso dalle api (vibrazioni) causando di conseguenza l'aumento della dolcezza del nettare e dunque l'attrattiva per quegli insetti che sono i principali artefici dell'impollinazione. È quanto emerge da un'interessantissima ricerca condotta presso l'Università di Tel Aviv dal team della professoressa Lilach Hadany e pubblicata in versione preprint sulla rivista bioRxiv. I PETALI SONO LE ORECCHIE DEI FIORI Hadany è partita analizzando il comportamento in laboratorio delle piante Oenothera, poi ha ripetuto l'esperimento con altre specie, anche all'aperto e in differenti stagioni. Il risultato è stato sempre uguale: i petali dei fiori sono in grado di riconoscere la frequenza prodotta dal battito delle ali delle api, distinguendola ad esempio da quella del vento. In presenza della giusta frequenza, sono stati sufficienti tre minuti perché la pianta aumentasse la concentrazione di zuccheri del proprio nettare in un range compreso fra il 12 e il 17%. Talvolta arrivando addirittura al 20%. Come controprova sono stati condotti esperimenti privando i fiori dei loro petali: nonostante il suono delle api, non è stato registrato un incremento della dolcezza. PERCHÉ I FIORI ASCOLTANO LE API? Secondo Lilach Hadany, la ragione dietro questo comportamento è da ricercare in un vantaggio evolutivo: le api sono infatti essenziali per il processo di impollinazione e rendersi più "attraenti" consente di aumentare le probabilità di riproduzione delle piante. Attraverso l'osservazione diretta, il team della Hadany ha rilevato che gli impollinatori erano nove volte più comuni attorno a piante che erano già state visitate da un'altra ape nei precedenti sei minuti. Insomma: i petali registrano la presenza di api, il fiore si rende più appetibile e questo ha un effetto esponenziale rispetto al numero di insetti attirati. COME FANNO I PETALI AD ASCOLTARE I SUONI Stando così le cose, non sorprende che la maggior parte dei fiori abbia una forma più o meno a coppa: è quella che meglio si presta a captare la vibrazione corrispondente al battito d'ali delle api. Lilach Hadany ha verificato in laboratorio, utilizzando le piante Oenothera, che effettivamente i petali entrano in risonanza in presenza di quel particolare suono, mentre restano inattivi se esposti a frequenze differenti. "Era qualcosa di immediatamente visibile a occhio nudo", ha commentato Hadany. LE DOMANDE ANCORA APERTE Il paper appena pubblicato potrebbe spalancare la porta a una nuova branca di ricerca, anche perché restano molte domande senza risposta. La più importante, sottolinea ancora la Hadany, è: come mai i fiori aumentano la dolcezza del nettare di almeno il 12% quando è provato che le api sono in grado di identificare un incremento della concentrazione di zucchero anche solo dell'1%? Leggi anche: - Api-robot per impollinare le piante, il prototipo dall'Olanda - Per salvare le api servono i funghi - La rana Romeo ha trovato la sua Giulietta