Mercoledì 15 Gennaio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

L’Inferno di Dante va in scena in Sicilia

Nel Parco Botanico delle Gole dell’Alcantara, in Sicilia, va in scena l’Inferno dantesco, un suggestivo spettacolo ambientato in un canyon naturale. La storia tragica dell’imprenditore che lo ha creato si intreccia con la bellezza del luogo.

Nel Parco Botanico delle Gole dell’Alcantara, in Sicilia, va in scena l’Inferno dantesco, un suggestivo spettacolo ambientato in un canyon naturale. La storia tragica dell’imprenditore che lo ha creato si intreccia con la bellezza del luogo.

Nel Parco Botanico delle Gole dell’Alcantara, in Sicilia, va in scena l’Inferno dantesco, un suggestivo spettacolo ambientato in un canyon naturale. La storia tragica dell’imprenditore che lo ha creato si intreccia con la bellezza del luogo.

di Giuseppe Di Matteo

L’attore che veste i panni di Caronte avanza lentamente e percuote il bastone per disegnare sull’acqua il destino dei dannati. Gli spettatori trattengono il fiato: alcuni di loro sono a pochi centimetri da quello che, durante l’estate, si trasforma nel fiume Acheronte. Sulla sponda più lontana ci sono tutti: Dante, Virgilio e i condannati all’eterno dolore, i più importanti dei quali raccontano al sommo poeta e al suo amato maestro la loro storia. Intorno a loro si aprono le porte di una Città dolente made in Sicilia che cattura lo sguardo.

Benvenuti al Parco Botanico e Biologico delle Gole dell’Alcantara, perla naturalistica incastonata tra i territori di Motta Camastra e Castiglione di Sicilia, nel Messinese, dove dal 2018, grazie al contributo dell’associazione Buongiorno Sicilia e di tante altre formiche operose, va in scena l’Inferno dantesco. Uno spettacolo magnifico e suggestivo premiato dai numeri: oltre 100mila spettatori in sei anni (per questa edizione i biglietti sono disponibili fino al 1 settembre).

E non è un caso che questo incredibile polmone naturalistico della Sicilia sia stato scelto per ambientare la cantica forse più intrigante della Divina Commedia. Siamo infatti all’interno di uno straordinario canyon di natura basaltica, con gole alte fino a 25 metri e larghe 2 nei punti più stretti e 5 in quelli più larghi, che è stato scavato nel corso di migliaia di anni dall’acqua. La formazione dell’alveo dell’Alcantara risale a circa 300mila anni fa, mentre l’aspetto del fiume nel tratto delle Gole si deve alle colate verificatesi negli ultimi 8mila anni.

"Il nostro spettacolo è stato ideato in funzione di questo luogo – spiega il regista Giovanni Anfuso – e proprio per questo abbiamo deciso di rispettarlo al massimo. Al di là di un piccolo canneto non c’è nulla; utilizziamo solo le rocce e la sponda del fiume. Siamo inoltre orgogliosi del nostro impianto di luci. Ci costa 10 notti consecutive di lavoro". Ma il Parco Botanico e Biologico dell’Alcantara è frutto soprattutto dell’intuizione dell’imprenditore Carmelo Vaccaro, che nel ‘69 acquistò i terreni delle Gole dai Padri Camilliani. Il suo sogno era farne un’attrazione turistica internazionale. Ma qualcuno non era d’accordo, e questa è la parte meno bella della storia.

La notte tra il 6 e il 7 Marzo del ‘71 Vaccaro fu vittima di un attentato dinamitardo che costò la vita a sua moglie Eleonora e alla figlioletta Daniela. L’imprenditore si salvò, ma venne gravemente ferito. E si salvarono anche gli altri tre figli Maurizio, Nino e Alessandro. Per quella strage venne condannato a 25 anni di carcere Carmelo Oliveri, che voleva strappare a Vaccaro i terreni.

Oggi sono proprio i figli dell’imprenditore a gestire il Parco. E non hanno dimenticato: a breve è infatti in programma l’uscita del libro ‘Il sogno di Carmelo’ edito da Algra. A Pier Luigi Portale è stato invece commissionato il gruppo scultoreo che immortalerà Carmelo Vaccaro, morto una ventina d’anni fa, la moglie Eleonora e la figlia Daniela.