Giovedì 26 Settembre 2024

Oscar alla carriera a Lina Wertmüller. "Sorpresa e grata, gli americani mi vogliono bene"

Ha novant'anni. Nel 1977 fu la prima regista donna candidata alla statuetta per "Pasqualino Settebellezze"

Raoul Bova, Lina Wertmüller e Giancarlo Giannini (Ansa)

Raoul Bova, Lina Wertmüller e Giancarlo Giannini (Ansa)

Los Angeles, 3 giugno 2019  - Oscar alla carriera alla regista italiana Lina Wertmüller. Lo ha annunciato l'Academy of Motion Picture Arts & Sciences. La Wertmüller, novant'anni, è stata premiata assieme David Lynch, Wes Studi e Geena Davis.

La regista italiana nel 1977 fu la prima donna candidata all'Oscar come migliore regista, per il film "Pasqualino Settebellezze" con Giancarlo Giannini protagonista.

Lina Wertmüller, all'anagrafe Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, nata a Roma il 14 agosto 1928, riceverà la statuetta onoraria il 27 ottobre agli Annual Governors Awards dell'Academy.

"SORPRESA E GRATA" -  Lina Wertmüller, con la sua voce roca e divertita ha commentato: "Sono molto grata per la decisione di assegnarmi questo premio. Un premio che non mi aspettavo affatto e che per questo è tanto più gradito, mi fa tanto più piacere. Certo gli americani, grazie a Dio, mi hanno sempre voluto bene", ha concluso la regista e sceneggiatrice.

ACADEMY - Il riconoscimento assegnato alla Wertmuller è l'Honorary Award, letteralmente 'Premio d'onore'. L'Academy ricorda che il riconoscimento viene assegnato "per onorare la straordinaria distinzione nelle realizzazioni di una vita, i contributi eccezionali allo stato dell'arte e delle scienze del cinema, o per un servizio eccezionale reso all'Accademia".  

ANICA, RUTELLI: HA RINNOVATO IL CINEMA -  "Una donna - scrive in una nota il presidente dell'Anica Francesco Rutelli - che ha rinnovato il cinema nella sua lunga, creativa e coraggiosa carriera. Un'altra dimostrazione per tutte le donne, che possono riuscire nei loro sogni più difficili".  

UNA CARRIERA DA OSCAR - L'Academy of Motion Picture Arts & Sciences ha finalmente riconosciuto a Lina Wertmüller la sua lunga e gloriosa carriera tra cinema e Tv. La regista, nata a Roma il 14 agosto del 1928 da Federico, un avvocato lucano di lontane e nobili origini svizzere, e da Maria Santamaria-Maurizio, romana, a diciassette anni si iscrive all'Accademia Teatrale diretta da Pietro Sharoff. 

Subito inizia a collaborare con celebri registi teatrali come Garinei e Giovannini. La tv le regala subito il successo come autrice e regista con la prima edizione della celebre trasmissione Canzonissima nel 1956. Successo bissato con Il giornalino di Gian Burrasca, serie televisiva-musical, con Rita Pavone protagonista maschile nel 1964. 

Nel cinema inizia nel migliore dei modi, come aiuto regista e attrice di Federico Fellini ne "La dolce vita" (1960) e "8½" (1962). Passerà a dirigere dietro la telecamera nel 1963 con "I basilischi", premiato con la Vela d'argento al Locarno Festival. 

Dalla seconda metà degli anni sessanta inizia la fortunata collaborazione con Giancarlo Giannini. Titoli storici per il cinema italiano come: "Mimì metallurgico ferito nell'onore" (1972), "Film d'amore e d'anarchia" (1973), "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" (1974), "Pasqualino Settebellezze" (1976), "La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia" (1978) e "Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici" (1978). Per Pasqualino Settebellezze, fu candidata a tre Oscar, nel 1977. 

PASQUALINO SETTEBELLEZZE

Nel 1983 con "Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada", affronta il tema del terrorismo. Nel 1986 fa una delle sue rare incursioni nel teatro lirico con la regia della Carmen di Georges Bizet, che inaugura la stagione lirica 1986-87 del Teatro di San Carlo di Napoli. 

A teatro Lina firma diverse sceneggiature e regi,e da "Due più due non fa più quattro" (1968) a "Fratello sole, sorella luna" (1971). 

Nel 1992 dirige "Io speriamo che me la cavo" con Paolo Villaggio, tratto dal libro del maestro elementare Marcello D'Orta "Io speriamo che me la cavo. Sessanta temi di bambini napoletani". 

La satira torna nelle sue pellicole nel 1996 con "Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica", con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti. 

La Wertmuller poi nel 2001 dirige la serie televisiva "Francesca e Nunziata" (2001, con Sophia Loren e Claudia Gerini), seguta dal film "Peperoni ripieni e pesci in faccia" (2004, ancora la Loren protagonista). Nel 2008 c'è "Mannaggia alla miseria", con Gabriella Pession e Sergio Assisi. Nel 2010 le viene conferito il David di Donatello alla carriera.