Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Lilli e il vagabondo 2, perché i gatti siamesi non saranno nel remake

Walt Disney Company ha deciso di eliminare due personaggi dell'originale film d'animazione, in vista dell'uscita del remake su Disney+. E non è l'unico taglio

Foto: Walt Disney Studios

Il 21 novembre 2019 il remake con attori in carne e ossa del film d'animazione 'Lilli e il vagabondo' uscirà sul servizio di streaming Disney+, ma la nuova versione sarà priva di due personaggi, i gatti siamesi, e della loro canzone 'Siam Siamesi'. Una decisione presa ai piani alti di Walt Disney Company per evitare polemiche intorno alla rappresentazione degli asiatici come popoli viscidi e viziosi. LILLI E IL VAGABONDO: IL REMAKE TAGLIA I GATTI SIAMESI Secondo quanto raccontato dal magazine Variety, Disney ha chiesto alla cantautrice statunitense Janelle Monáe di realizzare due nuove canzoni da inserire nella colonna sonora del remake. Questo perché non scompaiono del tutto i personaggi che nel film animato del 1955 erano gatti siamesi: restano, anche perché hanno un ruolo importante all'interno della trama, solo che non saranno più siamesi. PER RIPASSARE: LA CANZONE 'SIAM SIAMESI' TAGLIARE SCENE PER NON OFFENDERE SPETTATORI L'idea di modificare un remake in modo da renderlo più aderente alle nuove sensibilità ha una sua ragione d'essere. Più discutibili sono altri tagli che sono stati commissionati per non offendere potenziali abbonati di Disney+: riguardano infatti opere vecchie di decenni e che dunque, al netto delle rappresentazioni poco rispettose, sono comunque specchio di un'epoca e come tali dovrebbero essere guardate. Non per scusare, o peggio avvalorare posizioni razziste, ma appunto per incoraggiare uno sguardo che tenga conto della prospettiva storica. Parliamo ad esempio del taglio annunciato al film d'animazione 'Dumbo' (1941), con l'eliminazione del personaggio di Jim Crow, corvaccio chiamato con il nome delle leggi che imponevano la segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti. Altre modifiche in corso sono quelle del film 'I racconti dello zio Tom' (1946), nei momenti in cui rappresenta come idilliache le condizioni di vita degli schiavi nelle piantagioni del Sud. Non ha molto senso fingere, con le nuove generazioni, che questi contenuti non siano mai esistiti, eliminandoli dal montaggio originale dei film: meglio sarebbe consentire agli spettatori di comprendere la storia del cinema nel suo complesso, anche quando divulgava senza troppi problemi posizioni oggi insostenibili. Leggi anche: - Ecco come sarà il servizio di streaming Disney - Monsters at work: l'originale serie tv arriva su Disney+ - Spider-Man: Far From Home, uscita e trailer. Tutto quello che c'è da sapere