Capire l’Europa attraverso le sue frontiere: è la missione dichiarata da Carlos Spottorno e Guillermo Abril, due reporter spagnoli che sono arrivati in Tirolo, al confine fra Italia e Austria, "perché dicono che questa regione sia un esempio di convivenza. E vogliano sapere perché", come precisano all’inizio della loro graphic novel La faglia, pubblicata dal Touring Club Italiano. Un libro singolare perché basato su fotografie “trattate“ con efficaci colorature e sabbiature (Spottorno ha vinto due volte il World Press Photo Award, Abril una volta per il cortometraggio Alle porte dell’Europa). La faglia è un reportage che ci porta negli anni drammatici delle due guerre del ’900, vissute in Tirolo anche peggio che altrove, perché qui furono guerre fratricide e destinate a lasciare segni indelebili nella popolazione locale. Ma i due reporter vanno e avanti e indietro nella storia, dall’omicidio di 5300 anni fa che costò la vita, proprio sul confine, a Ötzi, l’uomo rimasto congelato e oggi attrazione storico-turistica della città di Bolzano, alle carneficine della Grande Guerra, di cui restano vistose tracce sul terreno: i tunnel scavati nella roccia, le trincee. Abril, autore dei testi, a un certo punto trova un proiettile italiano del 1916 e si domanda, col testo scritto sopra la fotografia di un manichino che riproduce un soldato austriaco in divisa, "se il proiettile abbia centrato il bersaglio, magari colpendo alle spalle un soldato austriaco, morto dissanguato sulla frontiera. Come Ötzi".
Oggi Austria e Italia sono unite da un ponte, ma entrambi i paesi sono attraversati da “retrotopie“, come forse direbbe Zygmunt Bauman, fra manifestazioni in costume e riunioni nostalgiche. Il nuovo tunnel del Brennero (magnifiche le fotografie dei cantieri) per Abril e Spottorno è il simbolo del superamento di antiche barriere, eppure, avvertono gli autori, "la paura dell’altro, il canto seducente del populismo e delle identità nazionali" stanno tornando in Europa, "tutte cose che abbiamo già vissuto" a prezzo di milioni di morti. "Eravamo venuti a cercare la frontiera – concludono - E oggi più che mai le frontiere si trovano dentro di noi. Nella nostra mente".
Lorenzo Guadagnucci