Mercoledì 6 Novembre 2024
LORENZO GUADAGNUCCI
Libri

Storia e critica del presente. La memoria come lotta politica

In tempi di guerre e di ritorno dei nazionalismi in Europa, Altreconomia ripubblica il saggio di Enzo Traverso “Il passato: istruzioni per l’uso”, contro la forzatura della storia per revisionare la memoria

Enzo Traverso, autore di "Il passato: istruzioni per l'uso" (Altreconomia)

Enzo Traverso, autore di "Il passato: istruzioni per l'uso" (Altreconomia)

Roma, 6 novembre 2024 – Goffredo Fofi, nell’introduzione, scrive che "la dimensione politica della memoria collettiva (e gli abusi che la accompagnano) non può che influire sul modo di scrivere la storia". Potremmo aggiungere che la memoria è anche terreno di lotta politica nel presente, e lo si vede bene in tempi di guerre guerreggiate (frequentissimi i richiami al passato sia in Ucraina sia fra Gaza e Libano) e di ritorno in tutta Europa di quei nazionalismi che hanno funestato il ’900. La ripubblicazione, da parte di Altreconomia, del saggio di Enzo Traverso “Il passato: istruzioni per l’uso” (uscito in francese nel 2005 e l’anno dopo in italiano per Ombre corte), è particolarmente opportuna perché spazza via molti equivoci cresciuti attorno a un tema diventato cruciale. C’è chi confonde storia e memoria, chi vorrebbe una “memoria condivisa“ quindi pacificata (e politicamente ininfluente), chi forza la storia per “revisionare" la memoria.

Su queste terre mobili, Traverso si muove con sicurezza, e mostra quanto la memoria sia spesso motivo di scontro politico, con relativi rapporti di forza: esistono memorie “forti” e memorie “deboli", in una dinamica di incessante cambiamento. Si pensi al dibattito sulla “unicità” dell’Olocausto e al suo frequente uso strumentale, o alla lotta politica che ha caratterizzato la Spagna attorno alla Guerra civile del 1936-1939, con la cancellazione della memoria attuata da Francisco Franco e la sua faticosa riemersione nel post dittatura. In Italia, ricorda ancora Traverso, il fascismo, prima ripudiato dalla tradizione resistenziale, è ora rivendicato come un pezzo di storia nazionale, l’antifascismo respinto come una posizione ideologica “antinazionale” e l’8 settembre, giorno dell’armistizio e dell’inizio della resistenza, diventa simbolo di “morte della patria”.

La memoria, dice Traverso, è una sfida politica e oscilla fra il conformismo del “dovere della memoria” e una funzione di critica e comprensione del presente sempre in aggiornamento.