
"Don Chisciotte" a teatro (06.08.2024)
Bologna, 23 marzo 2025 – Vengo da un viaggio di ricerche per il nuovo romanzo negli Stati Uniti d’America. Nei momenti di tranquillità, seduta in metropolitana o su una spiaggia della Florida, la stragrande maggioranza degli americani rovista nella borsa, estrae un libro (o un lettore) e si tuffa nella lettura.
Al contrario, alle nostre latitudini, la maggioranza degli italici figli si rovista nelle tasche, estrae un telefonino e inizia a spispolare. C’è chi risponde a messaggi senza riuscire a reprimere un risolino, chi si cimenta con i giochini, chi si lascia catturare dal vortice dei social. Ma libri, io che ci faccio caso, ne vedo sempre meno tra le patrie braccia. E dire che ci fregiamo di essere il Paese della cultura universale e base della moderna civiltà.
Non ho nulla contro il travolgente avanzare del progresso: ripeto spesso che la rivoluzione tecnologica ha reso il sapere universale a portata di un click. Però coltiviamolo questo sapere! Perché, prima o poi, resteremo senza basi della conoscenza e allora, con giochini e messaggini, faremo poca strada. Neppure vale la contestazione che, da buon boomer quale sono, non sono aggiornato sui nuovi indirizzi culturali. Se siamo d’accordo che la civiltà statunitense sia tecnologicamente avanzata, perché continuano a cimentarsi con obsoleti ammassi di pagine rilegate, invece di darsi al commento social di fuoco o alla messaggistica compulsiva? Pensate invece quanta meraviglia ci sia nell’immaginare. Fateci caso: abbiamo perso il libero arbitrio della fantasia. Dietro a ogni immagine che ci viene proposta, infatti, c’è qualcuno che vuole che noi vediamo proprio quella figurazione.
Mi preoccupa il linguaggio che sta diventando comune. È forse figlio di una colpevole ignoranza questo belligerante brivido che scuote il mondo? Oggi pare che tutti i potenti parlino di guerra come sono usi a ciarlare nei talk show televisivi. Eppure, sarebbe sufficiente aprire a caso la pagina di un’opera di Tolstoj o di Primo Levi per ricordarci che cosa è e che cosa porta la guerra. I potenti, invece, lanciano i loro messaggi di comunicazione di massa via rete con il piglio di nuovi infallibili oracoli, senza curarsi del peso delle loro parole. Peccato che, a pagare ogni conseguenza del loro operato, sarà il solito popolo beota. A poco serve guardarci attorno in un panorama politico desolante da qualsiasi angolo lo si osservi. Inutile è pure acclamare la rivoluzione, in un mondo moderno nel quale siamo troppo impegnati a pensare a noi stessi per salvaguardare gli interessi di tutti.
Come allontanare, allora, gli spettri di errori catastrofici in grado di cancellare l’umanità? Leggere, immaginare, imparare, ripercorrere il passato per non incorrere nelle stesse cantonate di chi ci ha preceduto. Provateci. Sono sicuro che trarrete beneficio a lasciare il telefonino in tasca e passare i momenti di tranquillità in compagnia di mondi fantastici, di sogni esaltanti, di avventure mirabolanti. Sicuramente rifuggirete dalla dialettica insanguinata con cui qualcuno condisce le nostre giornate. E voi, potenti della terra, caricature di novelli don Chisciotte de la Mancha, immersi tra le pagine non troverete neppure il tempo per dichiarare guerra ai mulini a vento.