Torino, 5 maggio 2024 – “Chiudete gli occhi e ricominciate". Annalena Benini, prima donna al timone del Salone del libro (da giovedì 9 a lunedì 13 maggio) , ha accettato la sfida dopo mezzora. Si è sentita "sparata come un razzo su Marte" ma ha seguito il suggerimento di Alejandro Jodorowsky. A Natalia Ginzburg, alla sua Vita immaginaria , si è rivolta per imbastire un titolo e un percorso.
Perché proprio Ginzburg? E la vita immaginaria, oltre a quella creativa, aiuta a cambiare anche la vita reale? È un attimo passare per visionari.
"Ginzburg è stata la prima a farmi pensare che potevo farcela. Per quella sua capacità di stare nei dettagli del quotidiano, per la scrittura limpida. Era il modo che volevo per me. Lei dice che l’immaginazione non serve per la vita reale ma spesso, a tua insaputa, la anticipa e la indovina. Fornisce tutti gli strumenti di interpretazione. È uno stato esistenziale e sentimentale. In passato ho vissuto il leggere e lo scrivere come atto solitario, poi avvinandomi ai libri degli altri ho capito che è anche un atto collettivo".
Dirigere il Salone sarà la sua epifania.
"Credo molto nella comunità dei lettori. È tutto molto fisico, l’immaginazione si concretizza nell’incontro. E quest’anno è più che mai è la festa dell’incontro dopo gli anni faticosi del Covid. Riscopro la bellezza di incrociarsi nelle sale, stringere mani, guardarsi negli occhi. Cose preziose. Ci siamo allargati su 137 mila metri quadri, si è ingrandita la parte dedicata ai ragazzi. Voglio che siano giorni felici, senza pensare ai numeri che pure sono importanti. È un privilegio mettersi al servizio della cultura in questo modo, renderla movimento del presente".
Ha chiesto alla premio Pulitzer Elizabeth Strout di aprire le danze con la lectio magistralis di giovedì. La Strout che scrive: la solitudine è la condizione umana. Lei si è sentita sola in questi mesi?
"Ho letto la lezione che ha preparato. Si intitola Inizio molto lento della mia carriera molto veloce . Racconta di come la scrittura sia sempre stata nella sua vita, della passione per le vite degli altri. Io amo molto la solitudine, è una condizione che a volte ho bisogno di cercare. Ma sono capace di trovarla in una stanza di 15 persone. Amo il lavoro solitario e amo il lavoro di gruppo dove ognuno deve fare la sua parte".
La politica trova sempre un modo per entrare al Salone. E le polemiche anche. Su chi potrebbe scatenarsi la tempesta stavolta? La guerra Israele-Hamas? La presenza di Salman Rushdie? È pronta?
"Io non ho nessun timore. Abbiamo costruito un salone che dà la parola a tutti e sono fiera di ospitare per la prima volta in Italia Rushdie dopo l’attentato. È un messaggio di grande positività, il contrario dell’odio. Il 12 agosto 2022 ha subito un’aggressione durante un incontro pubblico in cui parlava della necessità di sostenere gli scrittori perseguitati. Ha rischiato di morire ma ha deciso di continuare. Se non ha paura lui, non posso averne io".
Scriveva Ginzburg: «L’Italia è un paese dove tutto funziona male. Dove regna il disordine, il cinismo, l’incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l’intelligenza, come un vivido sangue». Se si trova dove si trova, deve essere d’accordo.
"Sempre più convinta, ogni giorno ne ho la prova. Le persone lavorano, si incontrano, cercano di dare il meglio e questo si vede. Io lo vedo mentre vedo crescere gli stand".
Come si organizza un Salone del Libro? È riuscita a fare tutto quello che voleva?
"Mi è sembrata la cosa più naturale del mondo. Sono emozionata perché sta per cominciare, ma anche tranquilla. Ho sempre vissuto e lavorato in mezzo ai libri, sono nel mio elemento, circondata da persone appassionate. Proprio il fatto di riconoscere la passione degli altri mi ha rasserenata rispetto alle cose da fare".
Si è messa sulla scia di Nicola Lagioia, che dice di avere avuto il tempismo di andarsene prima di annoiarsi e di annoiare? Le ha dato qualche consiglio? Ne ha chiesti?
"Ho ereditato da lui un salone florido e solido che ha portato tanti giovani. Poi ho aggiunto la mia personalità. Siamo andati a pranzo quando ho accettato, mi ha raccontato i suoi sette anni qui e mi ha detto la cosa per me più importante: questo lavoro ti arricchirà".
Ai libri che abbiamo amato nell’infanzia restiamo in qualche modo fedeli per tutta la vita. Cosa leggono i suoi figli adolescenti?
"Mia figlia compirà 18 anni proprio il giorno dell’inaugurazione del Salone. Ho cercato di guidare lei e suo fratello ma poi i ragazzi seguono loro strade come è giusto. Sono diversi dalla lettrice che ero io perché hanno più possibilità, un mondo di stimoli. Ma la ragazza ama molto Virginia Woolf e di questo sono felice".
Risultano altri suoi amori letterari, tutte donne. Emily Brontë, Emily Dickinson, Simone Weil, Hannah Arendt, Etty Hillesum. La parità di genere al Salone è un dato di fatto...
"Sono state dei geni del pensiero e della parola e mi hanno fatto capire che essere una donna è semplicemente diverso dall’essere un uomo. Non c’è altro da dire".
Un uomo mancherà a molti in questo Salone: Paul Auster. Che però scriveva: “Ho capito che i libri non sono mai finiti, che è possibile per alcune storie continuare a scriversi senza il loro autore”. Così la vita immaginaria risolve anche il problema della morte.
"Appunto".