Venerdì 27 Settembre 2024
COSTANZA CHIRDO
Libri

Sally Rooney, come il successo della semplicità divide la critica

“Intermezzo” è appena uscito in UK e USA, ma se ne parla già da tempo e la fama dell’autrice irlandese continua a polarizzare il pubblico

Sally Rooney, 33 anni

Sally Rooney, 33 anni

Londra, 27 settembre 2024 – Il 24 settembre è uscito “Intermezzo” (Faber&Faber), l’ultimo romanzo dell’acclamata autrice irlandese Sally Rooney – che uscirà in Italia per Einaudi, il prossimo 12 novembre. Da allora, è quasi impossibile non imbattersi in qualche discussione al riguardo: già prima della pubblicazione, il romanzo stava creando un certo hype tra la critica, i lettori, i giornalisti, i librai. E non a caso. Dalla pubblicazione del suo primo libro, “Parlarne tra amici” (Einaudi, 2018), l’ascesa al successo di Rooney è stata rapida e su larga scala, portando la scrittrice ad essere etichettata come “la voce della sua generazione”, una delle migliori autrici del secolo. Ovviamente però, non tutti sono d’accordo.

Il fenomeno del successo di Sally Rooney, che ha 33 anni, è particolare: quattro romanzi pubblicati – dei quali uno, “Persone Normali” (Einaudi, 2019), trasformato in serie da BBC Studios –, milioni di copie vendute in tutto il mondo, tre premi e una candidatura al Booker Prize, feste per il lancio dei nuovi libri. Già nel 2019, di fronte al successo internazionale del suo secondo romanzo, “Persone normali”, negli Stati Uniti postare su Instagram il libro era diventata affermazione di uno status symbol, a cui partecipavano anche celebrità come Taylor Swift, e si parlava di “culto di Sally Rooney”. Con le sue storie semplici, contemporanee e realistiche, la scrittrice stava conquistando un pubblico sempre più ampio, specialmente tra le persone della sua generazione, e più giovani.

Copertina di "Intermezzo", di Sally Rooney (Faber & Faber, 2024)
Copertina di "Intermezzo", di Sally Rooney (Faber & Faber, 2024)

Le trame di Rooney non sono complesse: parla, appunto, di persone normali, di vite ordinarie della classe media nella società occidentale, e dinamiche in cui, bene o male, molti potrebbero riconoscersi. I suoi personaggi potrebbero essere persone che incontriamo ogni giorno; sono frutto di invenzione, eppure talmente realistici che molti lettori hanno affermato di sentirli come fossero persone vere. Ciò che rende le storie interessanti è proprio il taglio che gli dà l’autrice, ponendo il focus sulle relazioni tra questi personaggi, ed esplorando come ognuno di loro le vive personalmente: due amiche, ex-fidanzate, e una coppia sposata; due studenti del college; una scrittrice e la sua migliore amica; due fratelli. Ne deriva un’analisi cerebrale ed autentica di come persone diverse si comportano in determinate situazioni, di quanto un certo background sociale, o culturale, influisce sul loro modo di comunicare, agire, pensare. Le storie di Rooney, si potrebbe dire, esplorano diverse sfaccettature delle relazioni umane. 

È proprio questo aspetto della scrittura dell’autrice che affascina i millennial e la generazione Z, attratti da storie di persone come loro. Ed è sempre questo aspetto, questa “semplicità” forse, a fomentare la critica che ormai da qualche anno ha deciso di schierarsi contro la scrittrice. La doppia faccia della fama di Rooney si è manifestata in fretta: i suoi personaggi “insofferenti” sono stati definiti “insopportabili”, le sue storie noiose, troppo simili, troppo impregnate di “privilegio bianco” da persona benestante; la sua rappresentazione delle relazioni sessuali sembra retrograda e lei stessa, secondo alcuni, forse non è neanche una brava scrittrice. E quindi in poche parole, per molti il culto di Sally Rooney “possiamo risparmiarcelo”.

Per questo motivo, come preannunciato dal New York Times, inevitabilmente anche “Intermezzo” sarà un libro che “dividerà i lettori. Parla di due fratelli, Peter e Ivan, di un lutto appena subito, e delle molteplici forme dell’amore, della solitudine, e del rapporto tra questi due sentimenti. E, ovviamente, di relazioni complicate: “Perché la storia abbia una tensione drammatica ci vuole un minimo di conflitto, infelicità, instabilità e via dicendo – ha detto Rooney – I miei personaggi, per quanto inventati, abitano una versione del mondo reale”.