Venerdì 27 Settembre 2024
GIULIA CARLA DE CARLO
Libri

Rosa Montero: "Essere strani è la normalità"

Rosa Montero, giornalista e scrittrice, esplora la relazione tra creatività e follia nel saggio "Il pericolo di essere sana di mente". Analizza la normalità, la stravaganza e le caratteristiche delle persone creative, riflettendo su autori come Alda Merini e Cesare Pavese. Consiglia il libro "Il genio e la follia" di Philippe Brenot come lettura rivelatrice.

Rosa Montero: "Essere strani è la  normalità"

Rosa Montero, giornalista e scrittrice, esplora la relazione tra creatività e follia nel saggio "Il pericolo di essere sana di mente". Analizza la normalità, la stravaganza e le caratteristiche delle persone creative, riflettendo su autori come Alda Merini e Cesare Pavese. Consiglia il libro "Il genio e la follia" di Philippe Brenot come lettura rivelatrice.

Creatività e stravaganza sono i presupposti degli artisti e dei geni. E così, Rosa Montero, giornalista e scrittrice, attraverso lo studio di numerosi scritti di psicologi, psichiatri e attingendo alla letteratura, ci offre il saggio Il pericolo di essere sana di mente (Ponte alle Grazie). Montero è stata ospite del vodcast di Qn “Il piacere della lettura“.

Rosa, perché essere sana di mente è un pericolo?

"Questo titolo viene da un verso della grande poetessa Emily Dickinson, che è stata violentata da suo padre, forse anche da suo fratello. Scrive che l’ha salvata la stregoneria della poesia. Per lei la sanità mentale era l’inferno che ha dovuto vivere, la follia era l’arte. La poesia, l’arte e la bellezza vengono dagli inferni della vita".

Esiste la normalità?

"La normalità è la media statistica delle posizioni che le persone hanno su un concetto. Siccome non esiste una persona che è statisticamente media in tutto quello che fa, la normalità non esiste. La normalità è essere strani".

Gli scrittori sono gli artisti più folli?

"Secondo alcuni studi, gli scrittori sono gli artisti che stanno peggio. Hanno più probabilità di disturbi bipolari, depressione, suicidio, ma ci sono anche altre professioni che hanno un’altissima media di suicidi: tipo i dentisti, ma nessuno dice che questa categoria di persone è tormentata. Degli scrittori lo dicono, dei dentisti no. Quindi, sì, gli scrittori sono gli artisti più folli, ma senza esagerare".

Che differenza c’è tra creatività e stravaganza?

"È una differenza sociale. La stravaganza riflette lo sguardo della società che ti circonda. Ci sono persone considerate diverse, ma che vivono una vita normale. Questa differenza, però, non deve prendere il controllo della tua vita. Se non ti permette di vivere una vita indipendente allora è una patologia".

Quali sono le caratteristiche delle persone creative?

"Una grande energia fisica, un diverso cablaggio cerebrale, una mancanza di maturità neurologica, il trauma infantile".

Perché lei scrive?

"Ho iniziato da piccola, da quando ho memoria di me. Non ho mai scelto la scrittura. Lei era lì, è sempre stata lì. È un esoscheletro che mi tiene in piedi, che mi permette di vivere. Senza la scrittura io mi disfarei, non esisterei".

Alda Merini, Cesare Pavese, Emilio Salgari… Che rapporto ha con la poesia e la letteratura italiana?

"È stato uno dei grandi nutrimenti della mia anima. Come diceva Isaac Newton: “Noi avanziamo sulle spalle dei giganti”, sulle culture precedenti. Per cui la letteratura italiana fa parte delle fondamenta della mia vita".

Ha citato molti libri, anche classici, sulla follia e di folli: se dovessr sceglierne uno, quale consiglierebbe?

"Uno molto bello è Il genio e la follia di Philippe Brenot. È rivelatore. L’ho letto trenta-quarant’anni fa circa. È uno dei saggi più ambiziosi mai scritti per come cerca di costruire il funzionamento della mente creativa".