Mercoledì 2 Ottobre 2024
LINDA MEONI
Libri

Quantum Girl: "Macché pregiudizi: il Bosone di Higgs?. È un gioco da ragazze"

Virginia Benzi da Instagram e TikTok al primo libro: amo divulgare "La fisica teorica risponde alle domande più profonde dell’essere umano".

Quantum Girl: "Macché pregiudizi: il Bosone di Higgs?. È un gioco da ragazze"

Virginia Benzi da Instagram e TikTok al primo libro: amo divulgare "La fisica teorica risponde alle domande più profonde dell’essere umano".

Quarantancinque secondi per dire tutto. E per dirlo bene. O meglio: comprensibilmente. Difficile se gli argomenti del giorno sono il Bosone di Higgs, l’esperimento Universo 25, il paradosso del Gatto di Schrödinger o chissà quale altra teoria della fisica. Superato il primo test, quello che passa attraverso Instagram o TikTok (lo dicono i follower, centinaia di migliaia) e che trova ancor più prestigioso conforto nella “vita vera“ (la menzione 2024 nei 100 under 30 di Forbes Italia e la stretta di mano col presidente Mattarella al Quirinale: "eppure non ho fatto nulla di che", sminuisce lei), ora la Quantum Girl, al secolo Virginia Benzi, 27 anni, passa alla carta. Ed esce per Rizzoli con La scienza delle meraviglie-Come la fisica può spiegarci la realtà, per continuare in un’altra forma un viaggio iniziato un anno e mezzo fa (su Instagram con @quantum_girl_vivi): umanizzare la fisica per divulgarla.

“@quantum_girl“ anzi: Virginia Benzi. A chi si rivolge il suo libro La scienza delle meraviglie?

"A chiunque abbia interesse o curiosità. Ho deciso di parlare di fisica teorica per far capire alle persone quanto questa disciplina sia interconnessa alle domande più profonde dell’essere umano. E di quanto abbia in comune anche con la filosofia. Questo libro è un viaggio sulla superficie di un mare profondo. Non ho la pretesa di insegnare tutta la fisica con un libro. Ma spero di creare una fiammella nei lettori".

Il suo è il tentativo di “umanizzare“ la fisica?

"La scienza è fatta per il 99% di cose sbagliate. Anzi, forse il 100%. Si scoprono sempre nuove teorie che riescono a migliorare quelle precedenti. Eppure, narrativamente parlando, per noi è una disciplina perfetta. Questa patina di perfezionismo allontana le persone".

Donne e scienza: ha mai subito il pregiudizio?

"All’inizio la gente faticava a credere che una ragazza giovane potesse parlare di fisica. Ma il primo pregiudizio che ho avvertito forte è stato il mio. Pensavo che fossero materie non adatte a me, che non fossi così intelligente per capirle. Invece è questione anche di esperienza".

Quando ha capito la potenza social del suo messaggio?

"Quando mi hanno iniziato a scrivere le 10-12enni. Io ho conosciuto la fisica grazie a Licia Troisi. Ero amante dei fantasy. Scoprendo che lei era astrofisica mi si è aperto un mondo. Magari alle bambine di oggi capiterà la stessa cosa vedendo un mio video. Ho iniziato per gioco. Ora credo che i social possano essere uno strumento utile a fare ricerca anche nella comunicazione. Vediamo se riusciranno ad avvicinare alla scienza le nuove generazioni, le ragazze in particolare".

Come se la passano i suoi coetanei che hanno scelto la parte sperimentale della fisica?

"Penso che in Italia non ci sia abbastanza spazio per la ricerca e per i ricercatori. Un altro mio obiettivo è quello di dare valore a questo lavoro essenziale. Senza ricerca non progrediamo. Dobbiamo incentivare i giovani a studiare e a rimanere qui".

Sta per debuttare in tv, in Rai, con GenQ - Generazione Quantum. Che programma sarà?

"Inizialmente andrà su Rai Play. Parleremo principalmente di fisica classica, girando per Roma alla ricerca della fisica nei luoghi della nostra quotidianità. E alla fine faremo delle domande a degli invitati esperti di diversi ambiti. Un’esperienza che mi ha arricchito molto".