Mercoledì 14 Agosto 2024
LORENZO GUADAGNUCCI
Libri

Quando Sebald sferzava gli scrittori tedeschi

"Storia naturale della distruzione”: il tabù dei bombardamenti alleati nella Seconda Guerra Mondiale nelle riflessioni di W.G. Sebald

W.G.Sebald (1944-2001)

W.G.Sebald (1944-2001)

Firenze, 14 luglio 2024 – Se c’è un argomento tabù, nella storia e nella memoria dei popoli europei, e in particolare del popolo tedesco, è la questione dei bombardamenti aerei degli Alleati sulla Germania verso la fine della seconda guerra mondiale. Incursioni pesantissime e crudeli, spesso ingiustificate sotto il profilo militare: portarono morte e distruzione ma sfuggirono a un’elaborazione critica e consapevole nella collettività. Quando W. G. Sebald, scrittore tedesco fra i maggiori del dopoguerra, tenne a Zurigo nel 1997 un ciclo di conferenze su “Guerra aerea e letteratura“, quel tabù fu in qualche modo spezzato. C’erano stati, è vero, articoli e reportage sulle reali condizioni delle città tedesche a guerra appena finita – memorabili quelli del giornalista e scrittore danese Stag Dagerman, raccolti nel volume “Autunno tedesco” (Iperborea 2018) – ma gli scrittori tedeschi avevano evitato di trattare l’argomento, troppo scottante, troppo... vero.

Erano troppo impegnati quegli scrittori – è l’accusa di Sebald – a riabilitare e ricollocare sé stessi nella Germania post nazista, per riuscire ad affrontare un argomento così pesante, così gravido di responsabilità personali e collettive. Un’insufficienza da estendere all’intero popolo tedesco. Adelphi ripubblica in tascabile "Storia naturale della distruzione”, il libro che raccoglie i testi delle conferenze e le riflessioni di Sebald sulle reazioni che ne seguirono, e le parole dello scrittore bruciano ancora, laddove constata come "l’esperienza di un’umiliazione nazionale senza precedenti, vissuta da milioni di persone negli ultimi anni della guerra, non avesse mai trovato modo di esprimersi a parole, mentre chi ne era stato colpito in prima persona evitava di tornarvi sopra e di trasmetterne il ricordo alle generazioni future". Gli Alleati, ricorda Sebald, sganciarono un milione di tonnellate di bombe su 131 città tedesche, molte delle quali furono quasi rase al suolo; i morti furono seicentomila, i senza tetto sette milioni e mezzo. Secondo una certa vulgata, il popolo tedesco avrebbe fatto i conti con la propria complicata storia, ma Sebald nelle conferenze fu implacabile: "Il nostro è sempre al tempo stesso un gettare e un distogliere lo sguardo. Per questo le opere prodotte nel dopoguerra dagli scrittori teedschi nascono spesso da una coscienza falsa o dimidiata".