Firenze, 14 giugno 2024 – Ryan e Avery non si conoscono, ma tra la folla della serata queer si trovano subito. Ryan ha i capelli blu, Avery rosa. Entrambi hanno sedici anni, vanno a scuola, hanno esperienze diverse alle spalle – compresa la scoperta di loro stessi. L’ultimo libro dell’autore statunitense David Levithan, “Ryan e Avery” (Rizzoli, 2024) esplora questi due personaggi e la relazione che nasce tra loro, attraverso i loro primi dieci appuntamenti. La prosa di Levithan è dolce, le parole sono scelte con attenzione per raccontare la loro storia d’amore in un mondo che ancora fatica ad accettare la queerness. Tra i romanzi di Levithan, il bestseller “Ogni giorno” (2013, Rizzoli), “Tutto accadde in una notte” (2006, Mondadori), scritto con Rachel Cohn insieme a “Va a finire che ti amo” (2009, Mondadori) – tutti trasformati in adattamenti cinematografici.
Da dove nasce la storia di Ryan e Avery?
Ryan e Avery erano già presenti nel mio romanzo “Two Boys Kissing” (2013, Alfred A. Knopf), erano una delle varie coppie di ragazzi della storia. Non pensavo in realtà che avrei mai scritto altro su di loro. Invece mentre ero in tour a Londra per presentare il libro, un ragazzo dal pubblico ha alzato la mano e mi ha chiesto "scriverai ancora di Ryan e Avery, giusto?". Il solo fatto che lui me l’abbia chiesto mi ha fatto pensare "Beh, forse lo farò", così gli ho promesso che l'avrei fatto. “Ryan e Avery” è dedicato a lui, infatti.
Quindi l'idea è venuta dal suo pubblico di lettori e lettrici?
Si, da questo ragazzo, Noah. Ma in generale molte persone erano entusiaste dei personaggi del libro. Ho avuto modo di conoscere alcuni lettori trans che mi hanno rivelato che dopo la transizione hanno scelto il nome “Avery”, perché amavano il suo personaggio. È il più grande complimento che io abbia mai ricevuto come scrittore.
In "Ryan e Avery" ha scelto di raccontare la storia come narratore onnisciente. Come mai?
Volevo avere il punto di vista che Ryan e Avery non hanno, di poter esprimere i pensieri dell'uno e dell'altro. Stanno entrambi scoprendo l'amore, e volevo che il narratore potesse fare qualche commento al riguardo perché ne sa più di loro.
La storia è raccontata attraverso i loro primi dieci appuntamenti, che però non sono presentati in ordine cronologico ma in ordine sparso. Perché?
In parte, perché avevo già scritto i loro primi appuntamenti in “Two boys kissing”, e non volevo ricominciare così in questo libro. Ma più che altro volevo che il lettore si concentrasse davvero su ogni singolo appuntamento come se fosse una storia a se.
C'è un motivo particolare per cui Ryan e Avery hanno rispettivamente i capelli blu e rosa?
Mi piaceva l'idea che ci fosse qualcosa in loro che li fa risaltare rispetto agli altri. È un dettaglio che a livello visuale fa subito pensare a entrambi i personaggi di avere qualcosa in comune quando si vedono per la prima volta.
Secondo lei, come sta evolvendo la rappresentazione queer in letteratura e nel cinema?
Ho scritto il capitolo “Serata di apertura al drive-in” proprio per parlare di rappresentazione. Quando ho iniziato a scrivere romanzi young adult queer venti anni fa, ce n’erano veramente pochi. Adesso ce ne sono molti di più e io vedo la risposta di lettori e lettrici queer: adorano il fatto di ritrovarsi nei libri finalmente. Però il cinema va più piano ad esempio. Un grosso fenomeno è stato quello di “Heartstopper”, perché è stata la prima storia d'amore queer veramente semplice e autentica che tutti hanno potuto guardare insieme. Era meraviglioso che fosse arrivata finalmente sugli schermi, ma era anche triste che ci fosse voluto così tanto. La fortuna della letteratura fiction è che tu hai il potere di creare la tua storia, ed è quello che ho fatto in questo capitolo: non solo Ryan e Avery si trovano circondati da persone queer come loro, ma possono anche vedersi sullo schermo per la prima volta. È qualcosa di molto potente, e spero che tra un pò di anni sarà finalmente “normale”. Ma ancora non è così.
Quando ha deciso di scrivere questa storia, che messaggio voleva trasmettere?
In realtà io volevo solo regalare a lettori e lettrici queer una storia d'amore dolce, tenera, in cui potessero ritrovarsi. E volevo dimostrare loro che le loro storie d'amore sono importanti e forti tanto quanto la altre storie d'amore tra teenagers.
Secondo lei, la rappresentazione del sesso in letteratura e nel cinema sta cambiando? Influenza lettori e lettrici in qualche modo?
Secondo me allə teenagers, specialmente queer, viene presentata un’unica narrazione in cui ogni relazione è una progressione il cui obbiettivo finale è il sesso. Ciò che volevo mostrare in “Ryan e Avery” è proprio come loro mettono in discussione queste narrazioni etero da cui sono circondati, e anche gli stereotipi che riguardano il sesso, secondo i quali loro non saranno mai veramente fidanzati a meno che non siano sessualmente attivi. Per Ryan e Avery la cosa più importante non è il sesso, ma il fatto di poterne parlare onestamente l'uno con l'altro. Questo è ciò che volevo mostrare anche a chi legge. Ryan e Avery hanno solo 16 anni, non devono correre ma fare le cose con il loro tempo, come tutti. Nei teen film in particolare, la rappresentazione del sesso non è realistica e crea un’aspettativa sbagliata.
Come ha deciso di scrivere romanzi per teenagers?
Da quando sono al liceo, ogni anno scrivo una storia per i miei amici il giorno di San Valentino. Un anno ho iniziato a scrivere la storia di due ragazzi che si innamorano, e ha iniziato a diventare sempre più lunga, finché non ho realizzato che stavo scrivendo il mio primo romanzo (“Boy meets boy”, 2003, Fabbri). E ho realizzato che lo stavo scrivendo perché fosse il romanzo teen che secondo me ancora non esisteva. Venti anni fa non c'erano molti romanzi gay a lieto fine nella sezione teen. Questa storia ha significato molto per moltə lettori e lettrici, e così ho continuato a scriverne altre. Se leggi il libro giusto al momento giusto quando sei adolescente, può davvero farti aprire gli occhi.
Nei suoi libri, quanto è inventato e quanto è ispirato alla sua esperienza personale?
Gli eventi che succedono sono fiction, basati su ciò che lə teenagers fanno nelle loro vite piuttosto che su ciò che faccio io nella mia. Ma le emozioni sono tutte mie.
Il romanzo “Two boys kissing” è stato tra i 20 libri più censurati negli USA tra il 2010 e il 2019. Com’è la situazione adesso?
Negli USA la censura è veramente un grosso problema al momento. È diventato politico: non si tratta solo di qualche persona in qualche città che vuole censurare un libro, ci sono proprio politici che si impegnano per farlo. Vengono mandate liste con centinaia di titoli alle scuole, e viene richiesto di eliminarli dalle biblioteche. Non si è mai visto niente del genere prima, ci sono già stati oltre 4000 libri che sono stati contestati nelle scuole. Io ho dato vita a un gruppo insieme ad altrə autori e autrici chiamato “Authors against book bans”, e stiamo cercando, stato per stato, di contrastare questa tendenza. Molti dei libri censurati sono proprio esempi di letteratura queer per teenagers, come quelli che scrivo io. La censura in questo caso è un messaggio diretto alla comunità queer, specialmente alle persone transgender, di tornare a nascondersi. È orribile. La buona notizia è che le persone stanno combattendo la censura, specialmente lə teenagers. Le persone che censurano sono le stesse che negano diritti alle donne, che cercano di fare white-washing della storia americana. Difendere i libri significa difendere la libertà non solo di leggere, ma anche di essere chi vuoi essere.