Patuelli
Piero Gobetti viene sempre ricordato per la sua sterminata cultura anticipatrice, per la sua intransigenza morale e per essere scomparso giovanissimo, nel 1926, quasi cent’anni fa, quando non aveva ancora compiuto 25 anni. Ma Gobetti fu anche studioso di economia (Francesco Tesio, Piero Gobetti e l’economia, Edizioni di storia e letteratura), sulle orme di Luigi Einaudi, suo professore di Scienza delle finanze alla facoltà di Giurisprudenza a Torino . Einaudi sopravvisse 35 anni alla scomparsa di Gobetti e nella sua lunga vita di studi poté dimostrare la sua coerenza e profondità di pensiero che gli valse la nomina a governatore della Banca d’Italia per la ricostruzione dell’Italia e poi l’elezione a presidente della Repubblica, il primo dopo l’approvazione della Costituzione. La breve vita privò, invece, Gobetti della possibilità di conoscere le evoluzioni e le involuzioni dei drammatici fenomeni sociali degli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale.
In economia Gobetti visse in modo molto intenso il rapporto col suo Maestro Luigi Einaudi che egli così definì : "L’uomo… ispira solida fiducia. Spoglio di qualità decorativa, libero dagli atteggiamenti falsi – enfatici o conciliativi – che la società convenzionale impone a chi se ne lasci dominare. Esercita senza teorizzarla una morale di austerità unica ed elementare".
Gobetti apprezzò in Einaudi il suo modo di considerare le leggi economiche con rigore etico, convinto come lui che "la scienza economica è subordinata alla legge morale e nessun contrasto vi può essere tra quanto l’interesse lungiviggente consiglia agli uomini e quanto ad essi ordina la coscienza del proprio dovere verso le generazioni future". Insomma, per Einaudi e Gobetti vi era identificazione fra economia ed etica. Gobetti seguì sempre il metodo di analisi e gli strumenti concettuali di Einaudi, allontanandosene raramente, accentuando le attenzioni alla questione meridionale.
In Einaudi e Gobetti vi sono innanzitutto gli approfondimenti delle origini della scienza economica di Adam Smith, non dimenticato professore di filosofia morale. Di Luigi Einaudi, Gobetti fu anche editore di alcuni volumi: particolarmente memorabile fu la prefazione di Einaudi alla riedizione de La libertà, il capolavoro di alti principi di John Stuart Mill. Comuni ad Einaudi e Gobetti erano anche la critica rigorosa verso l’idea dello Stato produttore e distributore e il sostegno all’importanza fondamentale del risparmio come necessità vitale per lo sviluppo economico. Fra i volumi di economia della biblioteca personale del giovanissimo Gobetti vi erano soprattutto testi di Einaudi, Cavour, Epicarmo Corbino e Francesco Saverio Nitti. Sul volume di Luigi Einaudi Gli ideali di un economista (edito a Firenze nel 1921) Gobetti annotò: "Meravigliosi pensieri".