Milano, 13 ottobre 2024 – Il presente visto alla luce del passato. E di un passato anche lontano, quello dell’infanzia vissuta dal protagonista con i suoi genitori. Protagonista è un medico, Édouard Malempin (da qui il titolo del romanzo) che ha un figlio piccolo che si ammala di difterite maligna. Naturalmente questa situazione del piccolo contribuisce a riportarlo sempre più spesso a contatto con tracce vive della sua infanzia, quando magari si ammalava e la cosa gli consentiva di “fare assenza”, cioè di non andare a scuola, offrendogli giornate di libero e inatteso respiro. Simenon porta sulla scena figure appartenute all’infanzia di Malempin, nella mente del quale si sono bene incise. Come la simpatica e tonda zia giovane poi colpita da follia e come lo zio Tesson, al quale i suoi genitori dovevano del denaro e che a un certo punto sparì misteriosamente. E c’è anche una visita delle forze dell’ordine nella casa della sua famiglia.
Malempin (ora in libreria con Adelphi) è un romanzo uscito in Francia nel 1939, e dunque scritto da un Simenon (nato nel 1903) ancora giovane, sul quale, come ci è ricordato nel risvolto editoriale, si espresse anche André Gide, niente meno, rilevando come in quest’opera molto particolare il passato faccia “luce sul presente, che senza quello rimarrebbe incomprensibile”. Infatti gli elementi entrati nella memoria del protagonista vengono ad acquistare sulla pagina uno spazio sempre maggiore, collegandosi, ma neanche sempre, con il presente che vive Malempin, con la sua preoccupazione per la salute del bambino, che sottopone anche alle accurate visite di un suo collega. Il lettore si trova a volte sorpreso o leggermente spaesato, per i giochi sottili di straniamento a cui viene sottoposto dall’abilissimo e quanto mai sottile narratore. Conosciamo Simenon, nei suoi numerosissimi romanzi, come formidabile creatore di situazioni perfettamente immerse nel reale, della cui concretezza, anche in modo minuzioso, riesce a comporre le sue diverse trame. In questo caso, in virtù della memoria pervasiva del suo Malempin, ci offre una sottile trama psicologica, mostrandosi quindi raffinato e sottilissimo narratore, pur non smarrendo mai la sua capacità di mettere a nostra disposizione elementi del vivere nel suo dettaglio che danno una vitalità espressiva – potremmo ben dire quella di un vero classico – alla sua coinvolgente narrazione, qui raffinata e sempre accattivanti.