La logica di una coppia che dorme in camere separate è la stessa delle coppie che preferiscono dormire nello stesso letto, ovvero: pensare al proprio benessere.
Diversi studi hanno dimostrato come dormire accanto al proprio partner o coniuge rende più felici perché abbassa i livelli di citochine nel corpo (responsabili di stati infiammatori e dolori) e aumenta quelli dell’ossitocina (il cosiddetto ormone dell’amore) che allevia ansia e stress. Ma come fare quando la convivenza tra le lenzuola diventa impossibile causa insonnia, diverse abitudini, irrequietezza (che può derivare da un partner che russa, che è troppo accaldato o che tende a muoversi troppo nel sonno)?
Abbattiamo questo tabù: dormire in letti separati è una scelta normale. E non mi piace parlare di sleep divorce (“divorzio del sonno”) se dormire separati è un vantaggio per entrambi.
Già l’autore Pier Vittorio Tondelli aveva teorizzato in un romanzo, “Camere separate”, quest’idea:
[…] ogni anno avrebbero trascorso la primavera e l’estate insieme, viaggiando, e che ognuno, durante l’inverno, avrebbe lavorato ai propri progetti. Che era una scelta difficile, soprattutto diversa, ma che, in cuor suo, Leo non si sentiva di fare altrimenti. Che, infine, a “camere separate” lui sarebbe stato fedele fino alla morte.
Il primo dei pregiudizi riguarda l’insorgenza di difficoltà coniugali nel momento in cui si sceglie di dormire in letti separati, quando in realtà ciò che conta è comunicare in modo aperto e onesto i motivi di questa scelta, ovvero il beneficio personale e, dunque, di coppia: avere un sonno disturbato vuol dire riposare male, vivere la giornata successiva negativamente e riversare la frustrazione nel prossimo, soprattutto nel proprio partner.
È a tutto questo che ho pensato leggendo “Logica degli incendi” di Vincenzo Montisano (edito da Industria & Letteratura), la brevissima storia di una coppia oppositiva.
"Logica degli incendi”: la trama
Se Teo, dedito allo studio astronomico, rappresenta il lato positivo e razionale, Gio, affetta da distimia e sessualmente attratta dal bianco, è il lato negativo e irrazionale. Uno sogna le stelle, l’altra è persa nell’abisso dell’esistenza. Nell’iniziale immagine del primo frattale – ‘Frattali’ è appunto il nome della collana, uno spazio per la narrativa contemporanea che sfida gli archetipi, curata e diretta da Massimo Salvati – dedicato alla relazione di coppia, i due personaggi entrano in una vasca da bagno piena di latte. “Nascono”, si percepiscono, per la prima volta. Teo e Gio viaggiano verso l’isola dove Fiorenzo Mascaldi, magnate dell’industria del tabacco e padre di lei, e la moglie li hanno invitati a trascorrere un week-end estivo.
Dunque, nel ritrovarsi nello stesso letto con la propria partner, esattamente cosa fa scattare un moto di rabbia in Teo? È possibile riconoscere il momento esatto in cui la vita a due si spezza?
Rigirandosi tra le lenzuola, Teo non riuscì a fare a meno di pensare che se lui e Gio si fossero trattenuti in quella stanza per un tempo sufficientemente lungo, se ci avessero dormito, se ci avessero vissuto dentro abbastanza da dimenticare chi fossero, allora sarebbero diventati senza dubbio un calco preciso di Susy e Fiorenzo. Una loro copia sputata.
Un moto di ribrezzo aggredì Teo.
Da quando Gio aveva detto a Teo d’essere incinta, i silenzi s’erano fatti spessi. La vita a due, più rara. Arrivati sull’isola, il passato e presente di Gio, fatto di momenti di up and down, li trascina verso la follia. In uno spazio-tempo lontano dalla realtà, perseguitati dal richiamo dell’isola, i due si trovano a un punto decisivo della loro storia di coppia. E non basta la logica di una camera separata se la salvezza è perduta.
Il latte, il bianco, da simbolo di purezza diventa perdizione, un po’ come l’isola stessa che diventa uno specchio dei propri tormenti (dubbi e paure comprese).
“Logica degli incendi” è un romanzo in cui ogni elemento narrativo e ogni personaggio (oltre ai protagonisti, i genitori di Gio e il fattore dell’isola) sono privati della loro forza primordiale: non è chiaro chi sovrasta o dipende dall’altro. Ciò che è certo è che entrambi i poli continueranno in eterno a lottare, a viaggiare, seguendo l’istinto.
Vincenzo Montisano, calabrese classe 1988, è stato finalista del Premio Neri-Pozza (2023). Dal 2010, fa parte dei collettivi di scrittori Nucleo Kubla Khan e La Masnada. Ha collaborato alla direzione artistica del Festivaletteratura di Calabria “Parole Erranti” e curato la regia dello spettacolo teatrale Viaggio al termine della notte, tratto dall’omonimo testo di Louis-Ferdinand Céline, con Pierpaolo Capovilla. Dal 2019 co-gestisce la collana di poesia I Masnadieri per la casa editrice tra le righe libri. Altri suoi testi sono usciti su: Atomi –Oblique, Narrandom, Quaerere, Micorrize e Palin.