Ormai parecchi anni fa, un pomeriggio mentre ero in macchina accesi la radio, e sentendo leggere (benissimo) un romanzo, pensai subito che mi piaceva quella scrittura, poco dopo capii che mi piaceva moltissimo, e dopo tre minuti mi dissi che stavo ascoltando un capolavoro. Pagine bellissime, potenti, che arrivavano dritte nell’anima. Ero molto contento, come sempre quando scopro un nuovo scrittore e mi entusiasmo. Adesso dovevo soltanto capire chi fosse. All’epoca non esisteva Internet, non potevo vedere cosa stavano trasmettendo. Quando arrivai a destinazione, spensi il motore e rimasi in macchina a ascoltare. Sì, era un romanzo magnifico, e volevo leggerlo. Finì la puntata: il romanzo era Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, che avevo sentito nominare ma di cui sapevo pochissimo. Quella sera stessa il romanzo era nelle mie mani, forse l’ultima copia polverosa, e assaporavo il momento in cui avrei cominciato a leggerlo. Prima però cercai qualche notizia sull’autore.
La carriera “ufficiale” di Satta era quella del giurista e del docente universitario. Due soli romanzi, uno giovanile e l’altro “maturo”, tutti e due postumi. Satta non sapeva che i suoi due romanzi erano stati pubblicati, dunque non sapeva di essere diventato uno dei più grandi scrittori del Novecento, e condivideva questo destino con un altro grande isolano, Tomasi di Lampedusa (Il Gattopardo).
Finalmente cominciai a leggere Il giorno del giudizio, e venni subito trascinato dentro la storia, dentro quelle pagine commoventi e amare, tragiche e ironiche, che mi raccontavano un mondo perduto con il tono di chi è stato pregato di farlo da qualcuno. Il narratore, da vecchio, dopo molti anni torna a Nuoro (sua città natale), pensando alla fine che lo attende, e durante la sua passeggiata al cimitero, tra le lapidi di chi se n’è andato, precipita in un lungo viaggio nella memoria, che lo porta a rivedere la propria famiglia e gli altri abitanti di Nuoro, a raccontare i loro destini a volte intrecciati, le loro miserie, le tragedie, i momenti ridicoli e grotteschi, con un andamento narrativo che spazia dal realismo al visionario. Un romanzo indimenticabile.