Sabato 17 Agosto 2024

L’affascinante storia del Libraccio, l’intervista a Edoardo Scioscia

Dopo 45 anni, Libraccio è ancora la più importante catena indipendente di librerie in Italia, un consolidato punto di riferimento per studenti e famiglie: “I giovani vogliono leggere, possibilmente senza spendere troppo”

Edoardo Scioscia, socio fondatore e amministratore delegato di Libraccio

Edoardo Scioscia, socio fondatore e amministratore delegato di Libraccio

Milano, 17 agosto 2024 – L’ultima campanella è suonata da circa un mese, e se da un lato l’inizio delle vacanze e la sensazione di libertà abbraccia i tanti studenti italiani, dall’altro sono altrettante le famiglie che si ritrovano ancora una volta a fare bilanci e conti in tasca in vista dell’acquisto del materiale scolastico entro l’inizio del prossimo anno scolastico.

Un anno che, secondo le prime stime, potrebbe registrare un incremento dei costi per l’acquisto di libri e corredo, una voce che da tempo pesa particolarmente sul portafoglio delle famiglie italiane.

In questo contesto diventa fondamentale il ruolo di attori come Libraccio. Dai mercatini di libri usati degli anni Settanta, è diventata la più importante catena indipendente di librerie in Italia e consolidato punto di riferimento per studenti e famiglie. Proprio nel 2024 Libraccio ha festeggiato 45 anni e, per questo motivo, abbiamo incontrato Edoardo Scioscia, AD e tra i soci fondatori, per farci raccontare l’affascinante storia del Libraccio.

L’intervista

Qual era l’idea iniziale con cui è nato Libraccio, come si è evoluta nel tempo?

“La nascita di Libraccio, alla fine degli anni ’70 a Milano, è molto legata all'esperienza politica che io e i miei soci storici avevamo nel movimento studentesco di quegli anni che vanno dal ‘75 agli anni '80. Noi eravamo impegnati politicamente nelle scuole, facevamo i mercatini dei libri fuori dalle scuole per alimentare sostanzialmente le attività politiche – ciclostile, volantini, pennarelli ecc –, ma chiaramente c'era un'attività legata al diritto allo studio, alla sostenibilità, al riutilizzo e già allora volto ad evitare lo spreco. Inizialmente l’attività era organizzata centralmente, in un primo momento in Largo Richini, in un secondo momento in Piazza Vetra. È proprio in Piazza Vetra, nel 1978, che ho conosciuto i miei soci.”

Cosa facevate?

“Gestivamo il mercatino del movimento studentesco, dove vendevamo oltre che libri usati anche libri nuovi. L'anno dopo, nel 1979, è nata l'idea di rendere quel servizio estemporaneo – durava 30-60 giorni, partiva ai primi di settembre e terminava verso la fine di ottobre – un'attività. Sull'alzaia Naviglio Grande, rilevando una vecchia panetteria, apre la prima libreria. L'idea iniziale era tutta proiettata sull’editoria scolastica ma poi, terminata la scuola, si è inteso dare anche più respiro, cercare di colmare i mesi non stagionali. Abbiamo iniziato a sondare quello che era il mercato del trade: narrativa, saggistica, fotografia, arte. È stata un'occasione per destagionalizzare l’offerta, ma anche per aprire i nostri orizzonti a una missione più completa. In questo caso bisognava iniziare a capire cosa comprare e cosa no, le tendenze del mercato, il valore di alcuni libri e il disvalore di altri, la differenza tra un hardcover e un tascabile. Da subito abbiamo avuto l’idea di unire il libro nuovo e il libro usato per fornire un servizio completo, coniugando l'aspetto di riutilizzo e di riciclo all'aspetto dell’attualità.”

In questo senso Libraccio sposa bene quella che è la missione della Generazione Z, ovvero la sostenibilità. Pensando all’editoria scolastica, quali sono le sfide del presente e del futuro?

“Consideri che da quando gli editori si sono resi conto che il mercato dell'usato e del riutilizzo era un mercato in forte crescita, iniziarono a introdurre, a rafforzare l'attività di nuove edizioni, di aggiornamenti e di novità. Di per sé potrebbe anche essere una scelta positiva, perché novità vuol dire anche innovazione culturale, vuol dire aggiornamento. Chiaramente smette di essere un scelta positiva se viene fatto solo per fare da barriera all'usato. Ci furono dei casi di volumi che magari cambiavano il nome ma erano identici dentro. Diverso è il caso degli ultimi anni: oggi l’edizione cartacea contiene anche quella digitale, anche se quest’ultima è di fatto ancora poco utilizza a scuola. Questo è problematico perché ogni libro ha un suo codice e, se viene usato, quando si andrà a rivendere il libro la versione digitale non sarà utilizzabile. In questo caso, per i clienti che preferiscono avere a disposizione anche la versione digitale, noi rimborsiamo il 100% e sostituiamo il libro usato con quello nuovo.”

Affrontare oggi una sfida come la vostra sarebbe ancora possibile?

“Sicuramente no. Pensi che nel 1982 la seconda libreria a Monza, le posso dire con esattezza il costo, era di 60 metri e noi comprammo per 20 milioni l'attività e un po' di merce. 20 milioni di lire sono 10.000 euro di adesso. Consideri che noi, quando apriamo una libreria di 250 metri, fra il magazzino per partire e le attrezzature, un minimo di sistemazione dei locali, gli arredi ecc. Noi ragioniamo sempre sui mille euro al metro quadro, quindi 250mila euro più circa 150-160mila euro di merci. Alla fine non scappi da investimenti tra i 400 e i 500mila euro. Puoi anche scegliere di avere una libreria molto piccola ma serve un monte merci di 20-25mila euro, a cui devi aggiungere l’affitto, le spese correnti… Oggi in Italia una libreria che sta sotto i 250-300mila euro di fatturato, a conduzione familiare, andando in autosfruttamento delle risorse umanece la può fare, ma non basta. A chi frequenta la Scuola per Librai Umberto Elisabetta Mauri (Edoardo Scioscia fa parte del comitato didattico, ndr) cerchiamo di spiegare questo. I libri trasmettono contenuti e principalmente emozioni, oppure didattica. Alla base ci deve essere la passione per la lettura, questo è un elemento fondante, ma senza il conto economico la missione dura pochissimo. Con un'attenzione all'economia, a quello che si vuole fare, con meno romanticismo, allora la tua missione può durare anni. E allora sì che hai nella tua città, nel tuo paese, impostato un percorso virtuoso.”

Si avvicina l’inizio di un nuovo anno scolastico, Libraccio è un punto di riferimento per studenti e famiglia. Quali sono i vantaggi, le opportunità fornite per ammortizzare la spesa?

“Quest'anno per la scolastica ripetiamo la formula per cui si possono vendere, comprare libri usati. In questi giorni, finita la maturità, stiamo comprando tantissimi libri. E sul nuovo facciamo il 15% di sconto con un buono subito spendibile in corredo scolastico. La cartoleria prodotta da noi ha un costo basso ma di buona qualità. Libraccio ha il diario più economico del mercato a 6,90 euro. E poi abbiamo esteso su tutto il territorio nazionale la nostra presenza con l’e-commerce libraccio.it. Noi oggi abbiamo 62 negozi in 7 regioni e in 34 città – presto ne avremo 63 – ma con il sito internet siamo in tutta Italia. Per darle un peso, la nostra catena fa 90 milioni di incasso nei negozi e altri 60 milioni li realizza il sito Libraccio.it.”

Secondo i dati Istat i giovani di oggi leggono un solo libro all’anno.

“Secondo me è un dato di fatto che in Italia è in crescita la scolarizzazione, certo ci sono tante distrazioni che una volta non c'erano, però la mia percezione è che i giovani sono ancora una fonte. Quando abbiamo aperto il negozio di Piazzale Loreto in occasione dei 45 anni di Libraccio – il penultimo, perché l'ultimo l'abbiamo aperto a Modena il mese dopo – due giorni prima abbiamo fatto un’iniziativa, Leggo Molto, dove riempiamo la libreria con 20.000 libri. Anche lì, abbiamo cercato di offrire libri di qualità per dare un valore aggiunto all’iniziativa. In sostanza il lettore acquistava una borsa di tela dove poteva inserire tutti i libri che voleva e pagare in tutto 10 euro. C'erano 400 metri di fila, giovani dai 18 in su. E vediamo gli stessi risultati al Salone del Libro di Torino dove il nostro stand è frequentato all'80% da giovani. I giovani leggono e vogliono anche leggere possibilmente senza spendere troppo, questo secondo me è anche una delle nostre fonti di successo perché siamo molto attenti all’aspetto economico.”

E qual è il suo rapporto con la carta? Cosa ama leggere?

“Devo essere onesto: leggo i giornali online. Se sono in vacanza preferisco comprare un quotidiano, mi piace sfogliare la carta. Mentre quando si tratta di libri leggo esclusivamente cartaceo.”

È un fervido lettore o più occasionale?

“Sono abbastanza conseguente. Adesso sto leggendo ‘Il fuoco che ti porti dentro’ di Antonio Franchini, romanzo candidato al Premio Campiello. Ho letto ‘Dalla stessa parte mi troverai’ di Valentina Mira, romanzo candidato in dozzina al Premio Strega, e nel mezzo ho letto il giallo di Antonio Manzini, ‘Tutti i particolari in cronaca’, pubblicato con Mondadori; mi è molto piaciuto ‘R4’ di Piero Trellini, consigliatomi da Luca – libraio di Parma.”