Una sinfonia di Bach. Questo è Nei nervi e nel cuore (Solferino) di Rosella Postorino. Come il musicista tedesco – profondo, espressivo, pieno di temperamento – così Postorino nel suo “diario pubblico”, ci racconta di sé e del mondo. "Io sono molto esposta, in questo libro – ha detto Postorino negli studi de Il piacere della lettura – soprattutto in quanto donna e in quanto corpo femminile. Uso me stessa come campione dell’umano per raccontare gli altri, per raccontare il mondo". Nel groviglio di emozioni, si intrecciano storie, vite, esperienze e, ovviamente, libri, scrittori e scrittrici. "Marguerite Duras è la scrittrice della mia vita. La vita materiale non è un saggio, non è un vero e proprio romanzo. È un libro ibrido, come Nei nervi e nel cuore". Altro scrittore amato è Cesare Pavese. Uniti dal 27 agosto: giorno della nascita di Postorino e del suicidio di Pavese. Lei lo omaggia leggendo ogni anno, proprio quel giorno, passi de Il mestiere di vivere. Si sofferma sulle parole che conducono al titolo del libro "… quando nulla era avvenuto o dormiva solamente nei nervi e nel cuore" che rimandano all’infanzia, quando i bambini pensano che qualcosa di bello li aspetti. "L’illusione del bene che hanno i bambini è struggente, commovente, persino straziante, se pensi a quanto la vita adulta può essere complicata".
Continuando il viaggio attraverso la vita, Postorino ci conduce dall’adolescenza all’età adulta, con tutti i suoi parossismi e paradossi. Da donna, rende pubblica la visceralità di un corpo femminile che cresce, si arrotonda, comincia ad avere delle forme; che viene guardato come appetibile o volgare, attraente o voluttuoso. Un corpo, non una persona, perché nel mondo maschilista in cui le donne sono abituate a camminare, la fisicità prende il sopravvento, il sesso sovrasta l’io interiore. "Quando dico che mio padre è maschilista, lo dico in senso oggettivo, senza nessun rimprovero. È possibile amare fortemente un maschilista: io ho amato mio padre. Mi è capitato nel mondo culturale di trovare atteggiamenti evidenti di maschilisti inconsapevoli. Il corpo femminile è per le donne spesso un ostacolo". E infine, si scende nella parte più profonda di Postorino, quando, con gran coraggio, ha dichiarato di scrivere per sentirsi amata. Dunque, chiedo di nuovo: "Perché scrive?" "Se dovessi sintetizzare: io scrivo, perché la morte esiste".