
Agrigento in una delle opere della mostra "I tesori d'Italia - il 900 delle fondazioni. da Giorgio de Chirico a Lucio Fontana" (aperta da sabato 18 gennaiio 2025)
Bologna, 23 marzo 2025 – Lui, Saverio Lamanna, scrittore, ex giornalista, innamorato della sensuale e saggia Suleima, se ne sta tranquillo nella sua Màkari, Sicilia occidentale, tanto mare. Vorrebbe oziare. Vorrebbe. Ma il padre, nonostante l’età e su spinta dell’amico Mimì, ha una bizzarra quanto avventurosa idea. Vuole andare a piedi da Palermo ad Agrigento, percorrendo le regie trazzere di sua maestà Federico II. E non c’è verso dirgli che è inopportuna l’impresa. Il padre vuole mettersi alla prova, nessuno lo convince. Saverio è di fatto costretto, con l’amico Piccionello e Suleima ad aggregarsi al gruppo. Meglio vedere che cosa combina quel matto di suo padre. Gambe in spalla comincia l’arduo viaggio on the road, nella Sicilia dimenticata, lontana dal frastuono delle città, dal traffico, dalle mille rotture di scatole. Durante il percorso incontrano un italo-americano e dei suoi compari. Sospetti, se no che giallo sarebbe? Ma c’è un però, grande come dieci grattacieli di New York. E cioè che bollare come “giallo” quello che è un dipinto fascinoso della terra sicula non è giusto. Non rende idea della bellezza e dei colori abbaglianti di luoghi abbandonati, luoghi dalle mille ombre in contrasto con un sole accecante. Luoghi di memoria antica, dove la Storia ha lasciato tracce indelebili. Luoghi di passione e di pecore al pascolo con cane al seguito e formaggi di produzione sopraffina. Con, in sottofondo, cupe storie di mafia. L’ottimo Savatteri più che scrivere dipinge. Non è un paradosso. Si vede la luce, si gustano i sapori: «Il vino rosso è forte e denso, da queste parti lo chiamano, non so perché, “vino in petra“, forse perché dopo il primo bicchiere impetra le gambe e lo sguardo, lasciando annichiliti». E poi, a impreziosire il romanzo, ci sono passaggi lirici: «Un momento così, con Suleima, gli amici, papà, il cielo azzurro, le nuvole gonfie, la campagna lucida di sole, è praticamente perfetto, non si dovrebbe dimenticare mai. Cerco (è Saverio che riflette ndr) di fissare ogni dettaglio nella memoria: perdere un ricordo significa perdere inesorabilmente la vita». Vita che, in queste pagine, pulsa in ogni parola. E in ogni protagonista. Un romanzo corale, insomma. Meglio: un quadro dai colori in perenne contrasto. Che ti fanno capire quanto vedere e raccontare non sia poi così diverso.