Olivier Guez pubblicò nel 2017 (in Italia l’anno dopo per Neri Pozza), un romanzo-verità sulla fuga in Sud America di Josef Mengele, il medico di Auschwitz, una delle figure più sinistre del nazismo e dell’intera storia del ’900 europeo. La scomparsa di Josef Mengele era una sorta di romanzo di avventura e seguiva il medico nel suo rocambolesco arrivo a Buenos Aires nel 1949 e nella salvezza cercata – e trovata – nella rete degli ex nazisti (in realtà non troppo ex) che avevano trovato un rifugio sicuro nell’Argentina di Peron. Mengele, come noto, era partito da Genova munito di passaporto e lasciapassare fornito dalla Croce Rosse, ovviamente sotto falso nome. Dall’Argentina passerà in Paraguay e poi in Brasile, svolgendo vari lavori, riuscendo sempre a sfuggire alle ricerche di chi si era messo sulle sue tracce, grazie al decisivo appoggio della facoltosa famiglia di origine.
Il romanzo di Guez è ora una graphic novel (La nave di Teseo) grazie ai testi di Matz e ai disegni di Jörg Mailliet e ha ragione lo scrittore a dire, nella premessa, che Mailliet si mette sulla scia del maestro Hugo Pratt: "Il suo tratto è elegante; la sua penna precisa, aerea". La graphic novel, quanto e più del romanzo, fa entrare nelle cupe atmosfere di un uomo braccato, rimasto la persona violenta e sprezzante della sua gioventù in Germania, come ben mostra la scena madre dell’incontro con il figlio in Brasile nel 1977. Mengele morì annegato a 67 anni.
l. g.