Venerdì 20 Dicembre 2024
GIULIA CARLA DE CARLO
Libri

"La guerra è scioccante. Ma viene dimenticata"

Dal nonno militare sovietico fatto prigioniero alla nonna nel Donbass occupato: il romanzo di Sasha Vasilyuk attraversa la storia

. Sasha Vasilyuk ha origini ucraine ma vive negli Stati Uniti. Collabora con New York Times, Time, The Telegraph Il vento è un impostore è il suo primo romanzo

. Sasha Vasilyuk ha origini ucraine ma vive negli Stati Uniti. Collabora con New York Times, Time, The Telegraph Il vento è un impostore è il suo primo romanzo

Roma, 23 settembre 2024 – La guerra è un filo invisibile che lega le generazioni. Ne Il vento è un impostore (Garzanti), Efim attraversa il secolo breve ed entra nel nuovo millennio tra segreti e paure, schiacciato tra due regimi totalitari. Sasha Vasilyuk, scrittrice e giornalista, ha sentito l’esigenza di raccontare la storia della sua famiglia e del suo popolo. Ne ha parlato in un incontro a Pordenonelegge.

Sasha, la genesi del suo romanzo è ispirata da un segreto: una lettera di confessione che suo nonno aveva scritto al Kgb...

"Ero scioccata. Ci siamo vergognati, soprattutto mia nonna: un prigioniero di guerra era una vergogna nella società sovietica. Quell’uomo così calmo e buffo conservava un pesante segreto. Nel 2014 è scoppiata una nuova guerra in Donbass e ho capito che ignorare il passato è pericoloso".

Temi centrali: menzogna, vergogna e paura.

"La menzogna e la vergogna provengono dalla paura su cui si basa la società sovietica. È con la paura che una società totalitaria controlla i cittadini".

Efim, il protagonista, ispirato a suo nonno, riesce a sopravvivere a qualsiasi condizione. Quanto c’è di vero?

"La lettera è corta: una pagina e mezza di date e luoghi. Dovevo inventare il resto. Però sono una giornalista e dovevo sapere che cosa fosse successo ai prigionieri sovietici ebrei. Su duecentomila ebrei dell’Armata rossa catturati, ne ritornarono vivi solo cinquemila e quasi nessuno ha raccontato nulla. Poi ho trovato una ricerca di due storici sovietici ebrei che è stata fondamentale per me".

I segreti incidono nei rapporti familiari?

"Io sono ossessionata dal tema della menzogna, del perché mentiamo alle persone che amiamo. Spesso diciamo che è per proteggerli, come nel caso di Efim, ma in realtà proteggiamo noi stessi. La società sovietica è basata sul silenzio, sul non dire la verità alle famiglie. Forse per questo ho la fissazione per segreti e bugie".

La sua famiglia ha avuto riserve sulla pubblicazione del romanzo?

"Con la lettera era subentrata la vergogna, ma con la nuova guerra hanno capito che avevano solo creduto alla propaganda sovietica. Ora sono contenti. Questo libro riscatta mio nonno e milioni di individui considerati cittadini di serie B".

Le esperienze della sua famiglia hanno influenzato in qualche modo la sua opera?

"Il conflitto è iniziato nel 2014 e nel 2016 sono stata in Donbass da mia nonna. Ciò che ho visto mi ha scioccata. Non sono una giornalista di guerra e non l’avevo mai vista, se non nei film. Ho realizzato quanto poco l’Occidente sapesse, persino nella stessa Ucraina. Per questo ho deciso di raccontare una storia che dalla Seconda guerra mondiale arrivasse alla contemporaneità. Il territorio di cui parliamo è lo stesso, però oggi l’attacco non viene più da un invasore straniero, ma da una nazione sorella".

Perché solo ora l’opinione pubblica ha dato importanza a questo conflitto?

"All’inizio se ne parlava, ma poi abbiamo dimenticato la noiosa guerra isolata che non finiva mai. Quando le guerre sono lunghe vengono dimenticate. Per esempio, nelle prime settimane la guerra in Ucraina era l’argomento più importante. Ora non più. È così. Siamo umani".

Che rapporto c’è tra russi e ucraini?

"Tante persone ucraine hanno parenti, amici, compagni di scuola in Russia e viceversa. Molti funzionari governativi russi hanno un cognome ucraino. Credo, però, che molti ucraini siano stati in Russia, ma non viceversa. E quando non sei mai stato in un posto e non conosci nessuno che provenga da quel luogo, è molto difficile empatizzare per le persone che vivono lì".

Cosa direbbe ai lettori e alle lettrici de Il vento è un impostore?

"A chi vuole conoscere la verità storica: è importante sapere da dove vieni per capire dove vai".