Bologna, 6 ottobre 2024 – Nel delirio di pubblicazioni e tendenze letterarie di ogni sorta, è garanzia di sopravvivenza la capacità di scegliere. E allora vale la pena di spendere un po’ di tempo (e qualche parola) in compagnia di Agata del vento. Un romanzo di mare e di cielo di Francesca Maccani, edito da Rizzoli. La storia, ambientata all’inizio del Novecento a Lipari, affascinante gemma delle Eolie, racconta il cammino verso la libertà di Agata, che di quel lembo di terra adagiato sull’acqua è un oggetto misterioso. Agata, infatti, non è una ragazza come le altre, è una ‘majara’, la tipica guaritrice capace di curare il malocchio attraverso una serie di formule e riti; anzi è molto di più, perché è addirittura in grado di prevedere il futuro. E per la Lipari di allora, e soprattutto per la sua famiglia, già segnata dalle ferite della fame e dell’emigrazione forzata verso l’Eldorado che si chiama(va) America, è un fulmine a ciel sereno che annuncia non pochi guai.
Il romanzo, tratto da una storia vera, è godibile e prevede molteplici livelli di lettura. Da un lato c’è ovviamente la vicenda della protagonista, che fa dei suoi artifici uno strumento prezioso per emergere ed emanciparsi in una società che la vorrebbe docile e sottomessa; dall’altro è un viaggio nella mente e nel cuore di una terra ricca di magia e segreti. E Maccani ce la mostra nella sua bellezza più autentica e viva scoperchiando l’immenso vaso di Pandora che sono le antiche tradizioni, ma anche attraverso una scrittura delicata e intrisa di realismo che rivela ricerche solide e segue gli umori dei personaggi. I quali, girata l’ultima pagina, sembrano essere ancora con noi assieme a un’isola che ci sembra vicina e lontana.