Lunedì 12 Agosto 2024
GABRIELE CANE’
Libri

Informare o comunicare: l’importante è la serietà

Il libro "Comunicatore a chi?" analizza la differenza tra comunicatori e giornalisti, evidenziando la complessità e la responsabilità della comunicazione. Attraverso interviste a figure di spicco, si sottolinea la necessità di distinguere tra informazione e comunicazione, due ambiti che, seppur spesso sovrapposti, richiedono approcci e regole diverse. A parte una, fondamentale

Il libro "Comunicatore a chi?" analizza la differenza tra comunicatori e giornalisti

Il libro "Comunicatore a chi?" analizza la differenza tra comunicatori e giornalisti

Bologna, 11 luglio 2024 – Pensate se uno avesse dato del “comunicatore“ a Montanelli, Biagi o Oriana Fallaci. Forse finiva in querela. Altri tempi. Oggi, tutti comunicano. Lo fa la gente normale attraverso i social, e lo fanno i professionisti del mestiere. Il problema è capire di quale mestiere si parla, perché comunicare non è la stessa cosa che informare. Perché la comunicazione è un mestiere difficile (sono oltre 21mila gli addetti del settore in Italia) carico di responsabilità, spesso appeso ai risultati di una azienda o di un partito (uffici stampa) o al successo di un prodotto (comunicazione soprattutto commerciale). Poi c’è l’informazione, come dire, quella che i 11mila giornalisti professionisti in attività nel nostro Paese, considerano la serie A, la Formula1. Giusto? Sbagliato? In un libro-manuale (“Comunicatore a chi?”, Guida Editori) due giornalisti di razza, Silvia Grassi e Roberto Iadicicco, cercano di dare una risposta senza preconcetti sapendo che si tratta di mestieri diversi, nel caso del giornalista regolato da norme interne, dai codici, in questo senso una comunicazione doc, garantita. Lo fanno con la prefazione di Giovanni Grasso, consigliere per la stampa e la comunicazione del Presidente della Repubblica, con una riflessione di Giancarlo Carofiglio, e con quindici interviste a personaggi che coniugano il rispetto della professione alla ricerca nel loro ambito di un assoluto rigore etico.

Così troviamo tra gli altri da Claudio Baglioni al presidente dell’ordine Carlo Bartoli, da Novella Calligaris al pm Di Matteo, da Simona Agnes al virologo Pregliasco. Risultato? Se è vero, com’è vero quello che diceva Eco ("con i social parola a milioni di imbecilli") è altrettanto vero che ci sono comunicatori e informatori che non fanno lo stesso mestiere, ma che lavorano con serietà, professionalità, su piani paralleli. Che nell’immaginario quasi sempre coincidono, e nella realtà spesso finiscono per incrociarsi.