Lunedì 31 Marzo 2025
Giulia Carla de Carlo
Libri

Il potere salvifico della letteratura: i classici che ci insegnano a vivere

L’autrice e docente Guendalina Middei racconta nel vodcast “Il Piacere della Lettura” come i grandi libri possano guidarci nei momenti più difficili

Il potere salvifico della letteratura: i classici che ci insegnano a vivere

Ci sono libri che ci intrattengono, altri che ci insegnano qualcosa. E poi ci sono i classici, quelli che ci salvano. Sono storie che attraversano il tempo e si intrecciano con le nostre vite, capaci di offrire rifugio nei momenti difficili e di regalarci parole che ci accompagneranno per sempre. È di questo che parla Guendalina Middei nel suo libro Sopravvivere al lunedì mattina con Lolita (Feltrinelli), un viaggio tra le pagine immortali di autori come Omero, Dostoevskij, Nabokov, Sofocle ed Elsa Morante. Nel vodcast Il Piacere della Lettura, la scrittrice e docente racconta del suo amore per la letteratura e del potere che i grandi libri hanno sulle nostre vite.

"La letteratura ci soccorre, ci salva nei momenti di solitudine e ci offre parole che diventano parte di noi", spiega Middei. Ogni classico scelto nel suo libro non è solo un pilastro della cultura, ma un compagno di viaggio. C’è Ulisse, che ci insegna a resistere alla tempesta della vita con il suo "sopporta e rimani". C’è Antigone, che proclama di essere nata "non per odiare, ma per amare". C’è Il lupo della steppa, che scava nella solitudine dell’animo umano. Sono storie che toccano corde profonde, perché – come dice Middei – "la letteratura non è mai una questione di informazioni, ma di emozioni".

Parlando di parole, l’autrice sostituisce il termine “resilienza” con “resistenza”. "Resiliente è un materiale, come la plastica, che subisce un urto e torna alla sua forma originaria. Ma gli esseri umani non sono plastica. Il dolore ci segna, lascia cicatrici, e dobbiamo attraversarlo, non negarlo. Essere resistenti significa accettare ciò che ci accade e andare avanti, proprio come Ulisse nell’Odissea".

La copertina del libro di Guendalina Middei
La copertina del libro di Guendalina Middei

Un concetto che emerge con forza nel libro di Middei è quello del racconto come strumento di salvezza. Infatti, le storie ci aiutano a mettere ordine nel caos della vita, così come succede nell’Odissea, nel Decameron o ne Le mille e una notte. “Anche noi, leggendo e narrando, possiamo rimettere insieme i pezzi della nostra esistenza".

La lettura è un’esperienza profondamente anarchica e libera: "A differenza del cinema, dove tutto è già deciso da un regista, nei libri siamo noi a stabilire il ritmo, l’interpretazione, le emozioni da provare. È un momento di assoluta indipendenza". Ed è proprio questa libertà che rende la letteratura una forma d’arte insostituibile.

In un’epoca in cui spesso si discute di morale nell’arte, Middei difende l’idea che la letteratura non debba per forza insegnare valori positivi. "Un libro può esplorare anche le zone più oscure dell’animo umano, come fa Delitto e castigo con l’idea del delitto impunito, o Lolita con il suo protagonista disturbante. Non si tratta di giustificare, ma di comprendere la complessità dell’essere umano".

I classici sono finestre su mondi infiniti e ci fanno scoprire che le storie di ieri parlano anche di noi, oggi. La letteratura è ossigeno per la mente: senza, la nostra visione del mondo sarebbe più povera, più limitata, meno intensa. Ed è proprio questa intensità che ci salva, ogni volta che apriamo un libro.