La storia, tradizionalmente, ha un unico genere: il maschile. A scuola si studiano principalmente eroi, scienziati, scrittori o condottieri, riflettendo una visione del mondo dominata dagli uomini. Anche se attualmente è ancora in gran parte così, le donne stanno emergendo in tutti i campi e troveranno spazio nei futuri libri di storia. Giulia Alberico, insegnante e scrittrice, con Il segreto di Vittoria (Piemme), ha riportato l’attenzione sulla figura di Vittoria Colonna.
Ai microfoni de Il piacere della lettura ha dichiarato: “Ci sono tanti personaggi che nei libri di storia e letteratura compaiono un po’ al volo, sarebbe il caso di approfondirli. Non amo l’idea di sovrapporre a queste figure una lettura femminista, mi sembra un’operazione scorretta. Dal punto di vista storico dobbiamo inquadrare le cose nel loro momento. Vittoria Colonna, però, è stata una persona coerente, con una fede forte, che studiava teologi. Questo era, però, ad appannaggio delle classi alte. Sono tante le donne che si sono esposte. La conoscenza e l’istruzione sono un’arma di crescita e di consapevolezza.”
Il romanzo è ambientato nella prima metà del Cinquecento, quando la Chiesa cattolica era in crisi a causa della riforma protestante. Vittoria Colonna, poetessa, vedova di Ferrante d’Avalos, marchesa di Pescara e consigliera di due papi, si impegnò per evitare lo scisma. Condannava il potere papale, la vendita delle indulgenze e il nepotismo, sperando in una riconciliazione con i movimenti religiosi del Nord Europa.
“La Vittoria Colonna che mi interessava non era la rimatrice, ma quella tormentata da una fede fortissima che non trovava riscontro nella gestione della Chiesa. Il suo è stato un lavoro diplomatico e politico. Il concilio durò più di quindi anni. Vinse l’ala conservatrice, oscurantista. Il tribunale dell’Inquisizione fece molte esecuzioni, prigionie e condanne al rogo.”
La narrazione si apre con l’esecuzione di Pietro Carnesecchi. Sosò, unico personaggio inventato, testimonia l’avverarsi delle paure di Vittoria. “La Chiesa ipocritamente conduceva il processo, condannava, ma poi affidava alle autorità civili l’esecuzione. Le persone erano “osservate” – questo il termine giuridico – attraverso i “familiares” che riferivano se le persone sospettate si potessero accusare di eresia. Vittoria Colonna non aveva paura per sé, veniva da una famiglia potente e la Chiesa era troppo diplomatica, altrettanto Michelangelo, utile per il lavoro alla Cappella Sistina, però erano sospettati.”
Michelangelo Buonarroti fu confidente, amico intimo e amore di Vittoria. “Michelangelo, più anziano di lei, la tira fuori da una ossessione amorosa per il marito amato e perduto. La fa risorgere. Si frequentano molto, è stato un amore. I sonetti di Michelangelo sono chiarissimi. C’è stata una grande intesa sentimentale. L’amore non è solo congiunzione di corpi.”
Inoltre, il romanzo affronta il presunto ermafroditismo di Vittoria Colonna. Un mistero che trova spazio tra le pagine del libro e nel vodcast de “Il piacere della lettura”.