Sabato 23 Novembre 2024
Costanza Chirdo
Libri

‘Donna libera, nonostante tutto e tutti: è la mia lupa Maria Rosa’

Appuntamento con il vodcast “Il Piacere della Lettura”: Giulia Carla De Carlo intervista Emmanuele Bianco

Lupastretta, Calabria, 1942. Maria Rosa gestisce un forno, e ha un figlio di cui non si conosce il padre. Nel dopoguerra si arricchisce, compra un terreno, si trasferisce nella casa del fratello emigrato in America, inizia a pensare a un futuro da imprenditrice. È una donna indipendente, in un’epoca e in una società che la vuole tutto il contrario. È lei la protagonista de La lupa, il romanzo di Emmanuele Bianco, nato a Milano 41 anni fa, edito da Mondadori.

Intervistato da Giulia Carla De Carlo per il vodcast di QN “Il Piacere della Lettura”, l’autore racconta la sua protagonista come "una donna che non si rassegna a vivere nel tempo in cui è destinata a vivere, che cerca costantemente di rifiutare quel cliché che la vuole una donna in una Calabria estremamente contadina e arretrata”. Maria Rosa ha questa vocazione di “inseguire assolutamente la propria libertà”, di voler andare sempre oltre ciò che ha: è questo che la porta ad avere un figlio senza mai essere stata sposata, e altri due, più tardi, sempre nello stesso modo.

È come se, come un serpente, decidesse di cambiare pelle, “di cambiare la propria visione di sé stessa, forse nella sua ingenuità anche di allargarla” spiega Bianco. Alla domanda–che sorge spontanea– se ci fosse qualche tipo di relazione tra il suo romanzo e la famosa novella di Verga dallo stesso titolo, lo scrittore risponde di no.

"Quella di Verga era un personaggio la cui prerogativa era quella di essere famelica rispetto alla propria sensualità dice–. Maria Rosa è una lupa molto diversa, mi interessava di più associare la metafora di lupa in quanto animale che è capace di vivere in branco ma sa anche stare da sola. L’analogia tra la lupa di Verga e la mia non c’è, se non nella negazione di questi due personaggi che sono proprio agli antipodi”.

La copertina del libro di Emmanuele Bianco
La copertina del libro di Emmanuele Bianco

Per il contesto in cui vive, Maria Rosa è un personaggio estremamente emancipato. Come fa a sopravvivere, chiede De Carlo, in un ambiente così ostile? “Amandolo” risponde Bianco. Il fratello e la sorella di Maria Rosa sono emigrati in America, come molti italiani a quei tempi, e lei potrebbe raggiungerli ma non vuole: “È talmente innamorata del posto in cui sta che non vuole andarsene, e sente che l’inseguimento della propria libertà è possibile dappertutto– racconta l’autore–: Anche lì dove forse è più difficile”.

Bianco parla anche di immigrazione, della paura dell’Italia nei confronti dei migranti nonostante molti italiani siano stati a loro volta migranti: “Forse è il cerchio che si chiude– dice–. Forse vogliamo rifare ciò che abbiamo subito.In generale chi arriva è sempre visto in maniera un po’ diffidente, soprattutto in una cultura italiana, o europea, fatta anche di chiusura.Tutta questa integrazione secondo me non c’è mai stata”.