Giovedì 21 Novembre 2024
COSTANZA CHIRDO
Libri

Alessandra Acciai: ‘Il mio thriller pieno di femminilità’

L’attrice e scrittrice ospite di Giulia Carla De Carlo per il vodcast di QN “Il Piacere della Lettura”. In ‘Assenza da giustificare’ la detective Alina indaga sull’omicidio di una prof.

Elena Cantini conduceva una vita normale. Professoressa di italiano al liceo Parini di Roma, poche amiche affezionate e nessuna relazione sentimentale. Ma un giorno come tanti, il suo corpo viene ritrovato senza vita, abbandonato in un parco della città e posizionato come a formare una croce, con un anulare mozzato. Così entra in scena Alina Mari, l’ispettrice di polizia protagonista di Assenza da giustificare (Piemme, 2024), romanzo d’esordio dell’attrice, produttrice e scrittrice Alessandra Acciai.

Nell’intervista per “Il Piacere della Lettura”, il vodcast di QN condotto da Giulia Carla De Carlo, Acciai racconta la sua protagonista come un personaggio molto complesso: “Alina ha un passato molto doloroso perché da neonata è stata abbandonata, e questo è un trauma che lei non ha mai superato e che si porta dietro per tutta la storia” spiega. Adottata da un ispettore di polizia, poi finito in galera per motivi misteriosi, Alina in questa storia è alle prese con la sua prima indagine, e non solo.

Nel libro, Acciai affronta con uno sguardo quasi documentaristico la figura femminile attraverso vari personaggi: le donne sono protagoniste in tutti i loro aspetti, nelle loro fragilità, le loro possibilità, le loro scelte. “In realtà questa storia era nata con un protagonista maschile, Adriano, mentre Alina era un personaggio secondario – racconta l’autrice – Invece poi lei ha cominciato a sgomitare, quindi Adriano si è rimpicciolito ed è diventato un personaggio di fondo, mentre Alina ha preso completamente il sopravvento, e con lei tutte le varie sfaccettature della femminilità”.

La copertina di “Assenza da giustificare”, opera prima di Alessandra Acciai
La copertina di “Assenza da giustificare”, opera prima di Alessandra Acciai

Nella storia, Acciai racconta alcune dinamiche che spesso vengono a crearsi tra donne: “Quando Alina diventa ispettrice per il suo primo caso, Loredana, anche lei parte della squadra, deve dipendere da lei ed è prevenuta, perché anche noi donne lo siamo nei confronti delle altre donne, come se preferissimo dipendere da un uomo – spiega – Non ci siamo abituate”.

Uno dei temi centrali del romanzo, sempre legato alla femminilità, è quello della maternità: quando Alina viene chiamata ad occuparsi del caso, si trova in una clinica a Bruxelles per un’inseminazione artificiale, che è costretta ad abbandonare per tornare a Roma. Come lei, molte donne nella vita si ritrovano a dover scegliere tra maternità e lavoro secondo Acciai: “L’istinto di maternità nasce da un desiderio che è un po’ egoistico se ci si pensa, perché a volte è complicata questa decisione, soprattutto oggi – commenta la scrittrice – Quando Alina viene messa di fronte alla scelta tra il lavoro e la maternità si trova spaesata, ma è anche un momento di riflessione su quest’ultima. Il desiderio di maternità non deve nascere da una nevrosi di bisogno egoistico, ma da una tranquillità. Prima dobbiamo costruire noi stessi ed essere abbastanza equilibrati per poter mettere al mondo un figlio”.