Giovedì 10 Ottobre 2024
Giulia Carla De Carlo
Libri

‘La mia donna di vetro, simbolo di potenza’

Il ritorno di Tracy Chevalier con una storia di empowerment femminile ambientata a Venezia. Nuovo appuntamento con il nostro vodcast “Il Piacere della Lettura”

La scrittrice statunitense Tracy Chevalier, nota per “La ragazza dall’orecchino di perla”, ha deciso di ambientare il suo ultimo libro in Italia. L’abbiamo incontrata al MAXXI di Roma per scoprire tutte le curiosità su La maestra del vetro (Neri Pozza): è lei la protagonista del vodcast di QN “Il Piacere della Lettura“.

Perché ha deciso di ambientare il suo libro a Murano? "Tanti anni fa a Milano un lettore mi ha consigliato di scrivere sul vetro veneziano, molte donne hanno lavorato in quell’ambiente dominato da uomini. Quando decisi di ambientare uno dei miei romanzi in Italia ho ripensato alle perle”.

Può parlarci di Orsola Rosso, la protagonista? "È figlia di un maestro del vetro di Murano, appartiene a una stirpe di vetrai. Una tragedia colpisce la sua famiglia e lei vuole in qualche modo aiutare. L’unico modo è creare perle di vetro in segreto. Il libro racconta la difficile ascesa di Orsola che cerca di farsi accettare come maestra del vetro”.

La copertina dell'ultimo libro di Tracy Chevalier
La copertina dell'ultimo libro di Tracy Chevalier

Con Orsola voleva affrontare temi di empowerment femminile? «Sì. Mi piace scrivere di donne che cercano un modo per riuscire a fare ciò che vogliono. Lei, in segreto, cerca di superare le difficoltà. Viene aiutata dalla sua famiglia, soprattutto dalle donne. Sì, questo libro è sicuramente una storia di empowerment femminile nel corso dei secoli".

Il tempo è un grande tema del romanzo. Come mai questa scelta? "Volevo scrivere qualcosa che parlasse di Venezia nell’arco di 500 anni: dall’apice del suo potere fino a essere un’interessante meta turistica, ma poco altro. Mi interessava capire come fosse successo. E poi volevo che i lettori stessero con i protagonisti per più tempo possibile. Ho giocato con il tempo. Un po’ come quando si getta un sasso nell’acqua che rimbalza più volte, la famiglia rimbalza attraverso i secoli. Si invecchia in maniera un po’ diversa in quel “mondo”. Il mio rapporto con il tempo è cambiato durante la pandemia. Era elastico: si alternavano momenti eterni e rapidissimi. Mi sembra di aver perso due anni di vita. Quindi, forse, il fatto di aver scritto questo libro in quel periodo mi ha portato a giocare ancora di più con il tempo”.

Nei cinque secoli di storia veneziana incontriamo vari personaggi storici. "Volevo trovare personaggi e momenti che caratterizzassero la storia di Venezia. Ovviamente, Casanova era d’obbligo. Volevo inserire anche Napoleone, così importante per la città. Però Napoleone non è mai stato a Venezia. Ha mandato sua moglie Giuseppina e ho pensato che Orsola poteva creare una collana per lei. Insomma, come una gazza ladra mi sono messa alla ricerca delle vicende più brillanti della storia Venezia”.

L’arte è un tema ricorrente nei suoi libri. Da dove nasce questa sua passione? "Questo amore arriva da mio padre, era un fotografo. Mi ha insegnato che un’immagine può raccontare una storia. Lui lavorava per il Washington Post e le sue foto raccontavano già l’intera vicenda. Ho così imparato ad essere ispirata dalle storie raccontate con immagini”.

Cosa vorrebbe dire ai lettori italiani? "Al festival di Mantova di alcuni anni fa qualcuno mi ha chiesto quando avrei scritto un romanzo ambientato in Italia. Io, stolta, gli ho promesso che prima o poi lo avrei fatto. E quella promessa non potevo deluderla. Quindi, eccomi qui, sono felice di presentarvi un mio libro ambientato in Italia. Spero davvero che vi piaccia”.