Lunedì 10 Febbraio 2025
GIUSEPPINA LA FACE
Libri

Il genio di Brahms. Viaggio alle radici delle quattro Sinfonie

Gli incontri e gli studi nella ricostruzione di Giorgio Pestelli .

Gli incontri e gli studi nella ricostruzione di Giorgio Pestelli .

Gli incontri e gli studi nella ricostruzione di Giorgio Pestelli .

Due grandissimi nomi, ciascuno nella sua sfera. L’autore: Giorgio Pestelli, professore emerito dell’Università di Torino, critico musicale della Stampa, cultura luminosa e profonda, scrittura limpida e precisa. L’oggetto: un musicista sommo dell’Ottocento, Johannes Brahms (1833-1897), e accanto a lui un genio come Robert Schumann (1810-1856); ma anche una galassia di compositori, poeti, letterati famosi; su tutti, l’ombra imponente, imperativa di Beethoven (1770-1827). In poco più di duecento paginette, Pestelli narra genesi e creazione di quattro capolavori dell’arte musicale, Le Sinfonie di Brahms. Prende per mano il lettore, in un intreccio di avvenimenti esterni e interiori che si influenzano a vicenda; delinea le strutture musicali, evidenzia i rapporti che queste opulente partiture orchestrali intrattengono con la vita del musicista e con la storia della cultura, il rango estetico che loro spetta nell’arco storico della musica sinfonica.

Lo fa in una maniera particolare. Non entra subito in medias res, parte da lontano, dalla giovinezza del musicista. Tra gli episodi decisivi, c’è l’incontro nel 1853 con i coniugi Schumann, Robert e Clara; ma contano le letture, i pensieri, le immagini che, fermentando nella mente dell’artista, diedero linfa alle grandi composizioni della maturità.

Pestelli offre istantanee rivelatrici del giovane Brahms che, lettore appassionato, affidava a un suo taccuino un mondo di risonanze preziose. Un Brahms che dalla letteratura e dalla poesia distilla una sua visione del mondo, dell’arte, dell’Io: queste riflessioni, meditate ed elaborate, influenzarono poi i capolavori a venire.

Il tema della ‘solitudine’ è suggerito dalle parole di Johann Georg Zimmermann, filosofo e medico svizzero del Settecento; il valore del ‘non detto’ è attinto forse da Novalis; il richiamo all’applicazione indefessa, all’approfondimento severo, si rifà al Literaturblatt di Wolfgang Menzel, scrittore e critico. Del resto, il destino del musicista ventenne alla grande composizione sinfonica era stato entusiasticamente preconizzato da Schumann in un articolo famoso, Vie nuove (1853). Quella strada, il ventenne la percorse fino in fondo: una gestazione lunghissima ebbe la prima Sinfonia (1855-1876), tra il 1877 e il 1885 nacquero le altre tre. Come per tanti altri musicisti coevi, fu un confronto strenuo col più grande dei sinfonisti, Beethoven.

Difficile misurarsi, competere col Titano: ci vollero anni di studio accanito, di paziente dedizione. Ma alla fine le quattro Sinfonie arrivarono, sontuose e scultoree, in uno stile tanto magistrale quanto avvenente. Frutto di una sensibilità "piena di tensioni verso le novità spirituali, e aperta ai più impercettibili mutamenti dell’animo".