Venerdì 2 Agosto 2024
CESARE SARTORI
Libri

Un libro per l’estate / Il bilancio di sei vite: i sogni del passato sconfitti dal tempo

"Cinque giorni fra trent'anni" di Francesco Fiorentino (Marsilio, 2023): come gli incontri possano cambiare il destino delle persone. Un ritratto generazionale e un bilancio di disincanto.

Francesco Fiorentino, nato a Napoli 74 anni fa

Francesco Fiorentino, nato a Napoli 74 anni fa

Firenze, 31 luglio 2024 – “Tenga presente che, come nel caso di Sonja con Raskò’lnikov, nella vita sono spesso gli altri a fissare il nostro destino. Gli incontri possono cambiare radicalmente noi e il nostro futuro: alcuni si rivelano letali, altri si scoprono doni”.

Il libro è consigliato – meglio sarebbe scrivere: destinato – a chi ha ancora negli occhi e nel cuore “Il grande freddo” di Kasdan; a chi mette in cima alla sua playlist “Eskimo” di Guccini e “Gli amici miei” di Vecchioni; a chi ha amato (e continua ad amare e a rileggere) roba tipo “Come polvere nel vento” di Padura Fuentes, “La simmetria dei desideri” di Nevo, “Gli anni invisibili” di Hasbún, “La manutenzione dei ricordi” di Celli, “Le conseguenze” di Russo, “Cuori in Atlantide” di King... In caso contrario, meglio astenersi: sarebbe probabilmente una annoiata e/o irritata perdita di tempo.

Così ne ha scritto Benedetta Craveri, francesista e collega accademica dell’autore: "I lettori di “Cinque giorni fra trent’anni” di Francesco Fiorentino possono essere indotti a credere di trovarsi davanti a sei storie del tutto autonome l’una dall’altra. I titoli stessi dei racconti – Carla, Elvira, Lea, Ada, Emilia, Roberta – sembrano annunciare sei vite di donne ritratte nella loro irriducibile singolarità. No, i sei racconti sono strettamente interconnessi e danno luogo a un ritratto generazionale e al bilancio di un disincanto collettivo che non risparmia nessuno”.

Tutti i suoi racconti hanno come punto d’avvio l’università di Napoli e gli anni a ridosso del 1968, perché è lì che i personaggi di “Cinque giorni” maturano le loro scelte di vita e scoprono che “gli incontri possono cambiare radicalmente noi e il nostro destino”. Se l’esperienza universitaria si rivela cruciale per tutti i componenti del gruppo non è tanto per il suo impatto ideologico – la politica resta sullo sfondo –, ma come una scuola di vita che modifica drasticamente le regole di comportamento tradizionale. Per loro, con il ’68, la famiglia smette di essere il centro della vita affettiva, ed è l’amicizia, voltate le spalle ai pregiudizi di classe, a prenderne il posto, mentre il libero amore rivoluziona le relazioni tra i sessi.

Sono i seminari di Onofri, carismatico professore di filosofia del diritto, a costituire il luogo di incontro della quindicina di ragazze e ragazzi di cui faremo conoscenza. Onofri, che crede nella funzione maieutica dell’insegnamento, insegna loro a ragionare in proprio, ad acquisire la consapevolezza delle proprie attitudini intellettuali e a diffidare dalle ideologie. Ma l’esperimento durerà poco.

"Tutti, uomini e donne, faranno carriera, ma non in nome di un’intima vocazione. I borghesi torneranno a essere borghesi e quelli che non lo erano lo diventeranno. Le cose non andranno diversamente nel privato. L’unica a sfidare tutte le regole per dipendere solo da sé stessa sarà Roberta, la sola di tutto il gruppo a non avere potuto permettersi di andare all’università, ma anche lei dovrà piegarsi alla legge del più forte".