Lunedì 28 Ottobre 2024
FRANCESCO GHIDETTI
Libri

Giorgio Montefoschi. Libri, amori, angosce in una languida Roma

Fra romanziere ed editore si inserisce un’affascinante editor

Giorgio Montefoschi. Libri, amori, angosce in una  languida Roma

Fra romanziere ed editore si inserisce un’affascinante editor

Pietro ha quasi 67 anni. È uno scrittore, affermato, di romanzi d’avventura. Mario, burbero e infaticabile lavoratore, è il suo editore. Pietro e Mario si conoscono da sempre. Non sono solo colleghi, sono amici. Un’amicizia profonda, cementata da anni di sodalizio letterario. Però, stavolta, c’è un problema che li divide anche se non li distanzia. E il problema è che Pietro non vuole pubblicare il suo ultimo romanzo. Mario non capisce perché: le pagine sono avvincenti, Pietro ci ha lavorato per due anni, ha durato fatica. Però, niente. Pietro è irremovibile. E lo è anche con Paola, giovane editor, bella e seducente.

Paola prova a convincere Pietro, nulla da fare. Però, Paola entra nella vita dello scrittore che, forse, si innamora di lei. E Sabina, con cui Pietro ha una storia d’amore tranquilla e serena? Sembra (sembra) non accorgersi di nulla. Sabina, che ha dieci anni meno di Pietro e che ha una figlia, Annalisa, nata dal precedente matrimonio, poco più che ventenne, fieramente fidanzata, profondamente affezionata a Pietro e alla pallavolo che pratica con successo. Non crediate, però, che il cambiamento sia dirompente con l’arrivo di Paola. No, non è il classico tradimento, è una prospettiva diversa quella che Pietro intravede. Anche perché sorge il sospetto che anche Mario sia innamorato di Paola.

E, fin qui, trama e attori di questo nuovo (bellissimo) romanzo di Giorgio Montefoschi (Un’indicibile tenerezza, La nave di Teseo). Attori che salgono sul palcoscenico della vita fra libri, gite al mare, generose bevute di vino bianco e gin tonic e whisky, passeggiate e dialoghi serrati, all’apparenza freddi in realtà carichi di ansie e incertezze.

Una vita quotidiana senza particolari sussulti (a parte qualche acciacco più o meno grave, ma di più non vi sveliamo), che scorre né bella né brutta. Parliamo di “attori“ perché “protagonista“ è altra cosa. Protagonista è la città, è Roma, coi suoi colori e i suoi tramonti, col suo sole e le sue lievi piogge, con la sua infinita bellezza e con quel carattere che, in fondo, ti fa sentire in una zona di comfort fra i quartieri Prati, Flaminio, Parioli più qualche sprazzo di centro storico (via dei Giubbonari e Campo de’ Fiori).

La cifra stilistica di Montefoschi raggiunge vette liriche che confermano come, insieme a Moravia e d’Annunzio, sia lo scrittore che di più e meglio ha raccontato la Città Eterna: "Roma, il primo maggio, come il quindici di agosto, è desolatamente bella. Bella, perché si ricolma di luce: nelle periferie mute, nelle piazze assorte, nei sagrati abbandonati delle chiese. Desolata, perché in fondo a quella luce non è difficile riconoscere una sorgente oscura, il segreto che minaccia lo splendore e il vuoto". Niente di più vero. Niente di più struggente.