Roma, 20 novembre 2024 – "List of genocides" – la lista dei genocidi. È il nome della pagina Wikipedia che include "tutti gli eventi che sono stati classificati come genocidio da studi accademici significativi". E adesso, in cima alla lista, è apparso anche il genocidio di Gaza. Accanto alla voce si legge: "Israele è stata accusata da esperti, governi, agenzie ONU e organizzazioni non governative di aver compiuto un genocidio contro la popolazione palestinese durante l’invasione e il bombardamento di Gaza. Entro marzo 2024, dopo cinque mesi di attacchi, le azioni militari israeliane avevano provocato la morte di oltre 31.500 palestinesi – un abitante di Gaza ogni 75 – con una media di 195 uccisioni al giorno, e quasi 40.000 decessi confermati a luglio. La maggior parte delle vittime sono civili, tra cui oltre 25.000 donne e bambini. Migliaia di altri cadaveri sono sotto le macerie degli edifici distrutti. Entro marzo 2024, 374 operatori sanitari e e 108 giornalisti a Gaza erano stati uccisi".
Come spiega nel dettaglio il Jewish Journal, la discussione tra gli editor di Wikipedia riguardo l’opportunità di aggiungere il genocidio di Gaza all’elenco era iniziata lo scorso luglio, quando la pagina dal titolo "Accuse di genocidio nell’attacco israeliano a Gaza del 2023" era stata rinominata "Genocidio di Gaza". Per gli editor a favore, l’inserimento degli eventi in corso da un anno nella Striscia è naturale e risponde ai criteri di inclusione nella lista per "atti riconosciuti in ambito accademico come genocidi". Altri genocidi presenti nell’elenco sono considerati “controversi”, come il genocidio dei Rohingya e quello del Darfur, ma “data l’esistenza di diverse definizioni di genocidio, la pagina comprende eventi attorno ai quali il dibattito accademico è ancora in corso e non solo quelli sui quali si è raggiunto consenso in merito alla definizione di genocidio”, si legge nell’introduzione alla lista.
Gli editor che si sono opposti all’inclusione sostengono che l’accusa di genocidio contro Israele è troppo ampiamente contestata per essere citata con una voce neutrale nella pagina, soprattutto dato che la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja non ha ancora espresso un verdetto in merito. La CIG infatti, in un parere espresso il 19 luglio 2024, ha affermato che le politiche e le pratiche adottate da Israele nei territori palestinesi occupati violano il diritto internazionale e devono cessare il più rapidamente possibile, senza utilizzare il termine "genocidio". Ma il 26 gennaio scorso, aveva dichiarato "fondata" e "plausibile" l’accusa di genocidio avanzata nei confronti di Israele da una delegazione legale del Sudafrica.
La discussione sull’utilizzo del termine "genocidio" per definire le azioni di Israele a Gaza si è accesa molto presto. Lo scorso febbraio, alla cerimonia degli Oscar, il regista britannico di origine ebraica Johnatan Glazer, in occasione della premiazione de La zona di interesse come miglior film internazionale, aveva dichiarato: "Tutto ciò che abbiamo messo in scena serve a confrontarsi con il presente. Rifiutiamo che la nostra ebraicità e l’Olocausto servano da giustificazione per un’occupazione che ha portato al conflitto così tante persone innocenti". Glazer non ha usato il termine "genocidio", ma è stato comunque investito da un’ondata di disapprovazione e critica da parte della comunità ebraica di Hollywood, che ha trasformato il suo film in un caso politico.
La stessa cosa è successa a Ghali, che nello stesso periodo sul palco di Sanremo ha detto "Stop al genocidio". La polemica del caso non sembra risparmiare nessuno: nemmeno il Papa, da qualche giorno al centro della questione per aver scritto nel suo libro che "A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio".