Mercoledì 26 Marzo 2025
MICHELE BRANCALE
Libri

“Fuochi di Lisbona”: l’amore tra Pessoa e Ofélia, un labirinto letterario

Ruffilli ricostruisce la relazione immedesimandosi nel poeta

"Fuochi di Lisbona", il nuovo romanzo di Paolo Ruffilli

"Fuochi di Lisbona", il nuovo romanzo di Paolo Ruffilli

Firenze, 23 marzo 2025 – Cosa rimane di una ricerca di vita che chiamiamo amore? L’amore nelle sue più diverse declinazioni, da quella platonica a quella vitalistica, non di rado con un deragliamento che può portare lontano. Paolo Ruffilli nei suoi Fuochi di Lisbona (Passigli), porta a compimento un romanzo avviato dall’autore tanti anni fa sul rapporto tra Ferdinando Pessoa (1888-1935), che interpretava la sua passione letteraria attraverso eteronimi e comportamenti di diverse personalità (Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Alvaro De Campo, Bernardo Soares), e la sua fidanzata Ofélia Queiroz (1900-1991). I due si conoscono nel 1920 nell’impresa commerciale in cui entrambi lavorano ma nello stesso anno Pessoa rompe con lei, poi riallaccia i rapporti nel 1929 e chiude nuovamente l’anno successivo, forse per il rifiuto della donna di quelle alterazioni di personalità in letteratura che avevano una ricaduta anche nella quotidianità (peraltro Pessoa beveva tanto), come se ciascuna passione fosse al centro di una personalità con comportamenti diversi. Un grande amore, dunque, di cui restano le lettere ma anche non pochi misteri, zone d’ombra di cui si sa poco, complice la riservatezza di Ofélia in tutta la sua lunga vita. Nei Fuochi Ruffilli offre una risposta narrativa alle domande che suscita questa vicenda. Il protagonista va a Lisbona a un convegno che esplora questa storia, e incontra Vita, con la quale apre una relazione. Finisce per immedesimarsi nel poeta, sovrapponendo la sua vicenda a quella di Pessoa, trovando in un certo senso il bandolo della matassa della storia perduta. «Il viaggiare – scrive Ruffilli, che a questo tema ha dedicato la prima parte delle poesie raccolte ne Le cose del mondo per Mondadori – era lo sforzo per decifrare gli enigmi del mio stare al mondo. Sapevo di portarmi dietro una valigia piena di ombre e nel riaprirla speravo sempre che un raggio venisse a cancellarmi qualcosa del gran buio intorno». Ofélia, riconosce Pessoa nelle sue lettere, ha scombinato tutte le sue carte e lo ha fatto uscire dal carcere dell’io, ma l’esistenza di «quegli altri» non sparisce. Il protagonista dei Fuochi senza saperlo partecipa a una demolizione di sé per cercare sopra le macerie un nuovo senso per la propria vita, che non può coincidere col vitalismo, anche per effetto dell’età e perché, in qualche modo, quella strada spinge sempre più verso l’individualismo e la solitudine.