Domenica 21 Luglio 2024
CHIARA DI CLEMENTE
Libri

Fratelli D’Innocenzo tra noir e battute: "Perché abbiamo intitolato il film Dostoevskij? Avevamo pensato di chiamarlo Erri De Luca, ma forse non era il caso...”

Tra Moresco e “Dissipatio H.G" i registi lavorano a un progetto di un film su ‘Petrolio’ di Pasolini. Contatti con gli Usa. E un nuovo volume per La nave di Teseo dalla serie Sky (girata in pellicola) con Filippo Timi, Carlotta Gamba e Federico Vanni, presentata in questi giorni nei cinema

Il poster di "Dostoevskij" dei fratelli D'Innocenzo

Il poster di "Dostoevskij" dei fratelli D'Innocenzo

Firenze 19 luglio 2024 – Non solo Fëdor ma anche Vollmann. E PPP. E Moresco. E Morselli. E molti altri mondi letterari - compreso un nuovo libro in uscita per La Nave di Teseo -, oltreché cinematografici, ancora. “Perché l’abbiamo intitolato Dostoevskij? In un primo tempo avevamo pensato di intitolarlo Erri De Luca - scherzano i gemelli Fabio e Damiano D’Innocenzo -, poi però abbiamo pensato che Dostoevskij era meglio: non dovevevamo chiederegli il permesso, e ‘Delitto e castigo’ è un libro che appartiene alla nostra vita fin dalla prima adolescenza, quando lo leggemmo trovandolo tra i volumi dei nostri genitori”. La buttano anche un po’ in caciara i fratelli romani, stemperando a parole con leggerezza, autoironia – e tanta gentilezza verso il pubblico corso ad applaudirli - la potenza dolorosissima della loro nuova opera, “Dostoevskij”, serie Sky Original, produzione Sky Studios con Paco Cinematografica, da loro scritta e diretta, già in anteprima a febbraio al Festival di Berlino e ora in tour nei cinema italiani (con Vision Distribution), poi in onda in autunno, in 6 parti, su Sky. Prima serie tv a firma degli autori de “La terra dell’abbastanza”, “America Latina” e “Favolacce”, e al contempo primo loro film – perché in realtà quest’opera si candida seriamente a essere il loro film/capolavoro – girato in pellicola, “Dostoevskij” è un noir esistenziale: il serial killer inseguito dal poliziotto Filippo Timi, nelle lettere che lascia accanto alle sue vittime sottolinea che il suo dare la morte ha il fine di guarire dall’insensatezza della vita.

Castigo e delitto. Immerso nella natura e tra case degradate, cupo, senza speranza, eppure completamente coinvolgente il film è costruito non solo sulla missione del protagonista Timi (prova gigantesca) di trovare il killer, ma anche sul suo passato doloroso, sulla sua dipendenza da farmaci e droghe e soprattutto sul rapporto complicato con la figlia (bravissima Carlotta Gamba). Nel cast anche un toccante, efficacissimo Federico Vanni - attore che viene dal teatro, al cinema è la scoperta di un talento sopra la media, una sua scena che riguarda un tramezzino e un messaggio WhatsApp da inviare alla moglie è destinata a diventare un culto - e Gabriel Montesi.

“Il nostro cinema è quello degli ultimi, pensiamo a ‘I poveri’ di William T. Vollmann che è stato un riferimento diretto per la serie ‘Dostoevskiji. Io e mio fratello siamo i primi a essere ultimi l’uno per l’altro. Siamo sempre stati dove sono i disadattati e questo non in senso denigratorio, ma al contrario. Tra gli ultimi, tra i randagi si è molto più spontanei, ci sono meno apparati che appartengono alla finzione". E il futuro di questi registi gemelli nati a Roma 36 anni fa? "A parte una vacanza – hanno rivelato martedì durante la presentazione di “Dostoevskij” al cinema Portico di Firenze – in cima alla lista dei progetti c’è fare un film da ‘Petrolio’ di Pasolini". Ma il loro pensiero va anche a “‘Dissipatio H.G’. di Guido Morselli, un libro raccapricciante, un’esagerazione, e a ‘Canti del caos’ di Antonio Moresco, oltre mille pagine piene. Tre opere con le nostre ossessioni di sempre: gli ultimi, i poveri, quelli che non sono stati capiti".

"Poi – hanno aggiunto ancora nell’incontro col pubblico a Firenze – abbiamo avuto dei contatti con gli Usa per due produzioni...". In attesa di sapere se si concretizzeranno, in contemporanea con l’uscita su Sky della serie anche “Dostoevskj” diventerà un libro, come già era successo per “Trilogia: La Terra Dell’Abbastanza-Favolacce-America Latina” edito dalla Nave di Teseo nel 2022. "Uscirà sempre per La nave di Teseo, e faremo dii tutto perché abbia un prezzo abbordabile: non la sceneggiatura di ‘Dostoevskij’: sarebbero 600 pagine, ma chi se le legge?  Sarà una sorta di manuale, di racconto dell’opera anche attraverso immagini e storyboard".

C’è timore verso il cinema Usa? "No, quello che si fa in Europa è altrettanto affascinante e viene invidiato. Lo diciamo perché quando abbiamo incontrato i produttori americani subito ci hanno chiesto di andare a lavorare con loro. Purtroppo in Italia ci sono due categorie: gli ambiziosi che diventano egoisti e gli umili che diventano dei coglioni. Si dovrebbe trovare un bilanciamento più equo tra queste due categorie". E la passione, quanto conta? "Crediamo che le persone siano spaventate delle passioni altrui - dicono - perché nella passione c'è sempre una sorta di disperazione e le persone disperate fanno paura. Noi siamo invece attratti proprio dalle persone disperate. Le persone che non sopportiamo sono quelle che funzionano troppo bene".