Milano, 8 dicembre 2024 – Una vicenda che nella bizzarria del suo svolgersi sembra quasi il resoconto di un sogno. O tutt’al più appare come una curiosa favola. Lo scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt (1921/1990), in questo suo romanzo, Greco cerca greca, uscito in originale nel 1955, propone come protagonista un certo Arnolph Archilochos, di origine, appunto, greca. Si tratta di un personaggio di personalità e aspetto comune: è un sottocontabile sui quarantacinque anni, occhialuto e grassoccio, ben poco attraente che un giorno decide di mettere un’inserzione su un giornale, in cerca di una donna da sposare: “Greco cerca greca” è il messaggio pubblicato e ben presto gli si presenta Chloé, di origine greca, molto più giovane di lui e davvero bella e attraente. E qui scatta la gran sorpresa, tra dimensione onirica e assurdo.
La donna, infatti, si dimostra subito contenta dell’incontro e della stessa fisionomia di Arnolph e i due cominciano a muoversi insieme, suscitando generale attenzione anche nelle figure pubblicamente autorevolissime, che cominciano a manifestare una grande considerazione per il piccolo impiegato insignificante. Il quale viene poi anche promosso in azienda a un ruolo di assoluto risalto, inoltre il vescovo lo nomina “Consigliere ecclesiastico mondiale” e dalla misera mansarda in cui alloggia può trasferirsi in una dimora sontuosa e principesca. Ne è ovviamente imbarazzato, mentre tutta l’inattesa fortuna viene attribuita a un non meglio identificato principio di “socialismo creativo“. E si arriverà al matrimonio con Chloé.
Il lettore è coinvolto dalla surreale vicenda, anche perché, ovviamente, vorrebbe seguirne gli sviluppi e soprattutto capirne le ragioni. Dürrenmatt viene implicitamente (ma non tanto …) a irridere le convenzioni sociali, lasciandoci parecchio in sospeso fino a una paradossale rivelazione che metterà alle strette lo stesso protagonista. Come si può ben capire l’abilità del narratore risiede non poco nella capacità di sorprendere e attrarre dall’evidente stravaganza, diciamo pure unica, della vicenda narrata, grazie anche o soprattutto, alla brillantezza concreta dei dettagli del racconto e alla insperata possibilità di riscatto e ascesa del modesto protagonista, al quale non può che andare una tranquilla simpatia solidale.