Mercoledì 4 Settembre 2024
SILVIA ANTENUCCI
Libri

E se il proiettile avesse colpito Trump? Carrère presenta “Ucronia” al Festivaletteratura

Il saggio dell’autore di “Limonov”, che ha incontrato oggi i lettori a Mantova, riflette sulle possibili alternative storiche

Emmanuel Carrère

Emmanuel Carrère

Mantova, 4 settembre 2024 – Vite che non sono la sua ma che tuttavia, se la Storia fosse andata in modo alternativo, sarebbero potute essere le vite di tutti noi. Esistenze ed esperienze collettive radicalmente diverse se, per esempio, Napoleone avesse vinto la battaglia di Waterloo, o se alle presidenziali americane del 1940 avesse trionfato Lindbergh anziché Roosevelt o, peggio, se la seconda guerra mondiale fosse stata vinta dai nazisti. L’ipotizzare alternative a fatti storici realmente accaduti, riflettendo su percorsi diversi da quelli noti, che hanno segnato il destino di un paese e in certi casi del mondo, si chiama in letteratura “Ucronia”. E si chiama “Ucronia” (Adelphi) anche il nuovo lavoro di Emmanuel Carrère, che oggi, mercoledì 4 settembre al Festivaletteratura di Mantova, insieme al critico letterario Vincenzo Latrino, ha incontrato il pubblico di lettori.

“Per me è una cosa molto divertente – ha detto l’autore – Questo libro che ho scritto moltissimo tempo fa sta avendo una seconda vita con questa edizione italiana e questo è molto interessante. Trentacinque anni dopo averlo scritto l'argomento che affronto in ‘Ucronia’ resta tuttavia molto attuale”. Cosa sarebbe successo se, ad esempio, il proiettile avesse colpito Trump andando qualche centimetro più in là? “Credo sia un pensiero che abbiamo fatto tutti – commenta Carrère – È la caratteristica degli eventi potenzialmente epocali o storici. Ma voglio sperare che potremmo sbarazzarci di Donald Trump senza dover fare affidamento su una pallottola”. Nel libro, l’autore condivide le sue riflessioni su un genere per nulla innocuo con la consueta, ben nota capacità di osservare la realtà e di decifrare l’animo umano, che nei suoi romanzi molto spesso si mostra a partire da fatti di cronaca feroce come ne “L’Avversario” (Adelphi, 2013), ispirato alle vicende del truffatore e assassino francese Jean-Claude Romand, o in “V13” (Adelphi, 2023), raccolta di articoli dalle udienze del processo all’unico sopravvissuto tra i terroristi degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015.

L’autore di “Limonov” (Adelphi, 2014), altro vertiginoso romanzo nello stile e nella narrazione sulla vita del poeta, mercenario, politico e scrittore russo (nelle sale da domani, 5 settembre, il film tratto dal libro per la regia di Cirillo Serebrennikov), è da sempre attratto dall’Ucronia: dai tempi dell’università e della tesi di laurea, rielaborata e pubblicata in Francia nel 1986, nonché nei suoi lavori, dove non mancano riferimenti a essa. Ucronia “descrive e racconta delle storie che hanno come caratteristica specifica quella di non essere mai esistite, di non avere avuto l'opportunità di esistere – racconta Carrère – La cosa vera è che è iniziato tutto come una sorta di gioco quasi vano, senza conseguenze, molto seducente dal punto di vista intellettuale, che si è ritrovato ad avere una strana attualità perché siamo di fatto circondati da verità alternative, i famosi alternative facts citati da Donald Trump. L'ucronia è ancora tra noi”.

Nel saggio, l’autore si sofferma sulle caratteristiche e sulle implicazioni di un genere destinato a destabilizzare, a sgretolare le certezze dell’essere umano, che si ritrova a comprendere che un percorso storico, e quindi un destino collettivo, non è mai certo, avrebbe potuto essere diverso e, soprattutto, potrebbe cambiare in un attimo. Un fatto storico è tale quando si è compiuto ma non è mai previsto né prevedibile. Carrère ripercorre così le tappe principali del genere riflettendo su percorsi alternativi, cadenzando le osservazioni attraverso grandi esempi di letteratura, di altri autori e suoi. 

“Se effettivamente Trump fosse rimasto ucciso ci sarebbe stato probabilmente un caos ancora più tremendo, senza precedenti, con tutti gli adepti convinti che il loro dio era stato assassinato – spiega lo scrittore, che sta lavorando anche a un nuovo libro: “Sarà sulla storia della mia famiglia. Entrambi i miei genitori sono morti nell'anno appena passato, erano tutti e due molto anziani. Mi trovo in un momento della vita in cui mi sembra naturale volgere lo sguardo a ciò che mi ha preceduto”.