Martedì 2 Luglio 2024

È morto Ismail Kadare

Il pluripremiato scrittore albanese si è spento questa mattina, all’età di 88 anni. Nei suoi libri ha dato voce alla storia del suo paese

Ismail Kadare

Ismail Kadare

Roma, 1 luglio 2024 – Il grande scrittore albanese Ismail Kadare è morto all’età di 88 anni, spegnendosi questa mattina nella sua abitazione a Tirana. Più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura, membro dell'Accademia di Francia, ha dato voce all'anima antica della sua terra e ha saputo raccontare la dittatura e i momenti bui del suo Paese vissuti sulla sua pelle. Il suo ultimo libro, “Quando un dittatore chiama” (La nave di Teseo, tradotto da Cettina Caliò) uscirà in Italia a ottobre 2024 –  racconta i tre minuti di una telefonata nel giugno del 1934 tra Stalin e Pasternak, per discutere dell'arresto del poeta sovietico Osip Mandelstam.

Kadare era nato il 28 gennaio 1936 ad Argirocastro, la stessa città natale del dittatore comunista Enver Hoxha, e nel 1990 aveva chiesto asilo politico in Francia. Una sofferta decisione che ha raccontato in “Da un dicembre all'altro” (1991). Durante il regime comunista, è stato membro dell'Assemblea del Popolo dal 1970 al 1982 e vicepresidente del Fronte Democratico dell'Albania. Molti i suoi libri censurati in patria, tra cui “L'inverno della grande solitudine” , in cui fa un ritratto di Enver Hoxha e di cui nel 2012 aveva chiesto la restituzione del manoscritto alla vedova dell'ex dittatore, Nexhmije Hoxha. Il libro, pubblicato nel 1972 con il titolo rivisto “Il grande inverno”, è una metafora sull'Albania che dopo la rottura negli anni '60 con l'allora Unione Sovietica, si stava isolando dal resto del mondo. Tra i volumi banditi anche “Il Palazzo dei sogni” (1981), “Concerto alla fine dell'inverno” (1988) e “Il mostro” (1990). “Per le mie posizioni da molti sono considerato un nemico del comunismo, da altri un nemico dell'Occidente”, aveva detto nel 2008 ritirando il Premio Nonino.

Poeta prima che narratore e sceneggiatore, Kadare aveva esordito nel 1963 con il romanzo "Il generale dell'armata morta”, uscito in Italia quasi vent'anni dopo, nel 1982 per Longanesi, e diventato un film con Marcello Mastroianni, Michel Piccoli e Sergio Castellitto. Il libro raccontava di un generale e di un prete italiani che vogliono riportare in patria le salme dei connazionali morti in Albania durante la seconda guerra mondiale. Per Longanesi era uscito nel 1970 anche “I tamburi della pioggia”, ma ora è La Nave di Teso che sta rieditando la sua opera – tra le opere finora pubblicate, “La bambola” nel 2017 e “Il palazzo dei sogni” nel 2023.

Laureato in Storia e filologia, lo scrittore albanese aveva studiato anche letteratura all'Istituto Gorkij di Mosca. Era tornato in Albania nel 1960 dove era rimasto fino al 1990. Grande appassionato di Dante, aveva dedicato all'Alighieri “Dante l'Inevitabile” (Fandango, 2008) in cui mostra come il Sommo Poeta sia stato “inevitabilmente presente in ogni momento, anche i più bui, della storia dell'Albania, offrendo con la sua arte una fonte di inesauribile bellezza e rifugio agli orrori della storia”.

Tanti i premi ricevuti, tra cui il Grinzane Cavour nel 1998, il Prix Méditerranée per stranieri, il Principe delle Asturie nel 2009 e la prima edizione dell'internazionale di letteratura Man Booker nel 2005. In quell'occasione lo scrittore aveva auspicato che il premio servisse a far comprendere come i Balcani non fossero solo guerra e pulizia etnica. Nel 1999 aveva criticato con durezza gli europei, “politici, studiosi, giornalisti che esitano a prendere posizione contro i crimini perpetrati dai serbi contro gli albanesi del Kosovo”. E nel 2023 aveva sottolineato che “tutto il bene che arriva oggi all'Albania nasce dal riavvicinamento con l'Europa”. Nello stesso anno era stato nominato dal presidente francese Emmanuel Macron Grand'Ufficiale della Legione d'Onore, uno dei massimi riconoscimenti concessi dalla Francia.