Bologna, 2 febbraio 2025 – È ritornato a indagare sul serio, Rocco Schiavone. Non che avesse mai smesso, ma negli ultimi due capitoli della saga ambientata ad Aosta, l’ultimo soprattutto, il suo dispettoso papà Antonio Manzini lo aveva di molto distratto dal suo lavoro con le vicende personali. Ne Il passato è un morto senza cadavere (Sellerio), l’amato vicequestore (e guai a chiamarlo commissario, si sa) sembra invece andare incontro alla vecchiaia incipiente con una ritrovata energia e un’attenzione maggiore sul presente, nonostante le apparenze e il suo stesso giudizio sembrino dire il contrario. In 564 pagine Schiavone annusa, intuisce, insegue e risolve non uno bensì due misteri, per un totale di quattro colpevoli incastrati grazie ai dettagli più improbabili e a qualche gradito colpo di fortuna. Non dategli retta insomma, però, se vi capita di incrociarlo: Schiavone sa ancora fare il suo mestiere.
Anche se sua moglie Marina, il suo amore perduto per sempre, ma ancora vivo nel suo dialogo interiore, ormai è sempre più critica nei suoi confronti e lo accusa di non vivere più e di non provare emozioni. Invece lui ha i sensi vigili e la mente sveglia. Non va ancora benissimo con i rapporti interpersonali, questo va detto. L’amore sta a zero e la gente contro cui inciampa continua ad avere la peggio.
Ma la novità è che la fede incrollabile verso il pessimismo, il senso dell’inutile e l’anaffettività, questa volta cominciano a vacillare. Il discorso è complesso, meglio non affrontarlo qui. Per il resto ci basti sapere che le due indagini di questo ultimo capitolo della saga – una ufficiale e l’altra ufficiosa – procedono spedite, godibili e perfettamente verosimili. Gli amanti dei gialli seriali non potranno che apprezzare. Concedendosi, come nei migliori cliché del genere, anche i sempre più gustosi siparietti dei personaggi di contorno. Come il buon D’Intino, l’agente abruzzese più amato dagli italiani, questa volta alle prese con un esilarante passatempo letterario e con una nuova, improbabile, ricerca d’amore. Alcuni suoi scambi con Schiavone sarebbero da incorniciare.