Lunedì 15 Luglio 2024
FRANCESCO MORONI
Libri

Don Epicoco: "Vi svelo l’umanità di santi e mistiche"

A Bologna il sacerdote nell’incontro con la direttrice di “Qn“ "C’è un bisogno diffuso di trovare equilibrio tra fede e ragione".

Don Epicoco: "Vi svelo l’umanità di santi e mistiche"

Don Epicoco: "Vi svelo l’umanità di santi e mistiche"

Un libro che "non solo chi ha fede può leggere" e che vuole "colmare quella distanza tra l’uomo e il santo", troppo spesso acuita. Un volume al centro dell’incontro di ieri sera a Bologna, a Villa Pallavicini, per il ciclo LIBeRI. Protagonista don Luigi Maria Epicoco, sacerdote classe 1980, teologo, scrittore intervistato da Agnese Pini, direttrice di Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione e Luce!): è di don Epicoco, insieme con Luciano Regolo, la penna dietro a Dove terra e cielo si incontrano, uscito lo scorso maggio per Mondadori e che "sta avendo – conferma l’autore – un discreto successo".

Epicoco, come descriverebbe il libro ai lettori?

"Nasce per raccontare figure che nel sentimento popolare sono abbastanza note. Per raccontare stimmate, visioni, eventi eccezionali che catturano l’attenzione della gente. La nostra intenzione, però, è fare passare un messaggio diverso...".

Quale?

"Mostrare come la spiritualità dei mistici, delle tre figure che prendiamo in considerazione nel volume, non deve essere ammirata da lontano, ma calata nella vita di ognuno. Vogliamo umanizzare questa proposta".

In che modo?

"Proponendo una narrazione con una chiave di lettura più umana, a partire da alcuni temi fondamentali che accomunano i protagonisti in questione".

Di che figure parliamo?

"Due di loro sono consacrati, ovvero San Pio (Padre Pio, ndr) e Madre Speranza. Rappresentano i due mondi, quello maschile e femminile, a livello religioso. L’altra, invece, è una figura laica: Natuzza Evolo, madre e moglie".

Cosa li accomuna?

"Temi cari alle persone, come il contrasto al male, ma anche la sofferenza, il dolore, l’umiltà. Facendo parlare gli scritti, le lettere, le pagine di diario si riesce a creare un ponte".

Riducendo una distanza che si è accentuata?

"Sì, ma il motivo è semplice: nessuno si sveglia la mattina trovando le stimmate sulle proprie mani. Ma la vera domanda è: cosa rappresentano quei buchi? Non sono forse ferite che abbiamo tutti noi?".

Che riscontro vede?

"C’è una grande sete di spiritualità. E le persone, quando vengono accompagnate per mano, smettono di vivere la fede solo di pancia".

Un errore comune?

"Chiunque corre il rischio di vivere la fede secondo due atteggiamenti, entrambi negativi".

Di che tipo?

"Uno è pregiudizievole: pensiamo che la religione sia un retaggio del passato, che oggi non ha più a che fare con l’uomo".

E l’altro?

"È il contrario: un cristianesimo vissuto appunto di pancia, solo di emozioni. Ecco: credo che si tratti proprio di trovare questo equilibrio tra fede e ragione".