Domenica 13 Ottobre 2024

Dietro la porta, ritroviamo Bassani

Giorgio Bassani, noto per capolavori come "Il giardino dei Finzi-Contini" e "Gli occhiali d'oro", viene elogiato per il potente romanzo poco conosciuto "Dietro la porta". Un racconto sull'adolescenza, l'amicizia e l'antisemitismo nella scuola, che affronta con sensibilità e leggerezza temi profondi e dolorosi. Un'opera da leggere per scoprire la maestria di un grande scrittore.

Dietro la porta, ritroviamo Bassani

Giorgio Bassani, noto per capolavori come "Il giardino dei Finzi-Contini" e "Gli occhiali d'oro", viene elogiato per il potente romanzo poco conosciuto "Dietro la porta". Un racconto sull'adolescenza, l'amicizia e l'antisemitismo nella scuola, che affronta con sensibilità e leggerezza temi profondi e dolorosi. Un'opera da leggere per scoprire la maestria di un grande scrittore.

Giorgio Bassani lo conosciamo bene per Il giardino (dei Finzi-Contini ormai è quasi superfluo, così come si dice la Recherche). Romanzo magnifico, carico di tensione e sofferenza che ci racconta più o meno il periodo che va dalle leggi razziali del ’38 al ’43 con l’inizio delle deportazioni della Repubblica di Salò. Lo conosciamo per Gli occhiali d’oro, romanzo delicato e feroce. Il suo modo di girare intorno al fulcro della storia, guardandola dall’alto, compiendo ampi voli circolari come un’aquila (o un condor) puntando la preda, mi ha sempre affascinato.

Questa volta vorrei parlarvi di un breve romanzo stranamente poco conosciuto, che a mio avviso ha la stessa potenza degli altri: Dietro la porta (un centinaio di pagine circa, dipende dalle edizioni). Una storia che racconta l’adolescenza, l’amicizia, l’inimicizia, l’antisemitismo, in quella piccola-grande società che è la scuola, un mondo a volte nascosto agli occhi degli adulti, dove spesso vengono vissuti sentimenti e dolori e desideri che arrivano addosso con la violenza della “prima volta”.

Ce lo aveva raccontato De Amicis, quel mondo, senza risparmiarci la crudeltà degli adolescenti e nemmeno il sangue e la morte. In questo breve capolavoro Bassani fa la stessa cosa, ma ovviamente con la propria musica letteraria, con la propria sensibilità. La sua capacità di dare leggerezza anche alla tragedia ci fa avanzare lungo le pagine accompagnati e anche spinti dal desiderio di conoscere il mondo interiore del protagonista, che – come dice Silone – è in fondo l’unica cosa che conta in Letteratura. Anche in queste pagine si gira intorno alle “cose”, ma non sempre: in certi momenti si aprono squarci narrativi che vanno dritti al sodo, si accendono situazioni di violenza sentimentale, di disagio giovanile, di sensazioni di inadeguatezza capaci di farci trattenere il respiro. Di certo un romanzo intriso di vita vissuta, ma i grandi scrittori sanno usare quella “materia narrativa” per dare forza di verità anche a quello che non è stato vissuto personalmente.

Un romanzo da leggere, per conoscere meglio questo grande scrittore che i giovani leggono poco, e che forse – anche se spero vivamente di no – si sta avvicinando alla lunga lista dei dimenticati. Giorgio Bassani, io non ti dimenticherò.