Mercoledì 21 Agosto 2024
SIMONA BALDELLI
Libri

Di genitore in figlio, staffetta di tristezza

Appuntamento con “I libri degli altri” di Simona Baldelli: grazie a Romana Petri per “Tutto su di noi” (Mondadori)

Romana Petri

Romana Petri

Bologna, 18 agosto 2024 _ Romana carissima,

quante cose vorrei dirti del tuo “Tutto su di noi”. Sono molti ormai i romanzi autobiografici o di invenzione che sviscerano rapporti famigliari, con madri e padri inadatti al ruolo di genitori, fratelli mai pacificati. Tu lo fai da tempo, dal bellissimo e fortunato “Alle case venie”, passando per “Figli dello stesso padre”, “Pranzi di famiglia” e il recente “Mostruosa maternità”. Una lunga e sincera esplorazione che dà alle tue pagine un alto indice di credibilità. E se è vero che in ogni romanzo il lettore cerca la risposta a una sua personale domanda, il tuo è un vademecum su molti fronti. Si fa un gran parlare di natalità e come incrementarla, insistendo su cause economiche e gestione del quotidiano. E se i motivi risiedessero nell’infanzia? Non ho mai conosciuto persone felici che abbiano avuto un genitore infelice, o abbiano assistito a episodi di violenza domestica. È una staffetta di tristezza che passa da una generazione all’altra. Bambini nati con una responsabilità sulle spalle: salvare un matrimonio, legare a sé qualcuno, chiudere una donna nel focolare domestico, rispondere alla pressione sociale, alleviare la paura di morire. Per non dire della delusione, a volte, per la nascita di una femmina: avremmo voluto un maschio. Accade più raramente, per fortuna, ma fino a poco tempo fa i genitori lo pensavano e ci tenevano a dirtelo. Pensiamo che i bambini non si accorgano se sono stati desiderati in quanto figli o per rispondere a un bisogno? Privati di un baricentro che solo la certezza di essere stati amati può dare?

La tua Marzia Marziali ha dovuto costruirsi una corazza esterna per reggersi in piedi, pratica lotta greco-romana e avanza a passo di carica. Ha “sfiorato le Olimpiadi”, ma non le ha fatte. Perché agli adulti che sono stati bambini infelici, spesso manca la consapevolezza del proprio valore per raggiungere l’obiettivo, per quanta rabbia possano convogliare in ciò che fanno. “Nascendo hai rischiato di far morire la tua mamma”; “Ti ricordi quando eravamo piccole?” chiede la madre a Marzia che di lei dice: “Occhi tragicamente rivolti al passato. Era come se mia madre non ci fosse mai né ci sarebbe mai stata”. Passaggi che sono altrettante strette al cuore.

Come il latte materno negato per non rovinare il seno destinato unicamente all’erotismo e al marito; la complicità coi figli non richiesta e che rasenta l’impudicizia morbosa; la crudeltà esibita; padre e madre, manipolatori a vicenda, che spingono i figli a essere adulti il prima possibile, forse per diventare i bambini che non sono mai stati. I ricatti morali che uccidono l’amore sul nascere.

“Che fine avevo fatto fare alla mia felicità?” si chiede Marzia.

Grazie per averci ricordato la domanda prima che sia troppo tardi, e si dimentichi il senso di questo stare al mondo. Essere felici.